Morte nel confessionale. Cronaca di un delitto della Novara ottocentesca

Il libro di Valeria Piasentà e Vittorio Accomazzi ricostruisce l’aggressione subita nella Cattedrale di Novara, il 6 dicembre 1891, dal Canonico Ludovico Marchetti, che ne provoca la morte dopo lunghe sofferenze

Domenica 6 dicembre 1891, verso le 7 del mattino di una giornata fredda e nebbiosa, don Ludovico Marchetti si trova nel suo confessionale di Canonico penitenziere, nella navata destra della Cattedrale di Novara. Alle 7 e mezza, un individuo in abito talare che fino ad allora ha camminato nervosamente nella navata, bussa al confessionale. Quando Ludovico si affaccia, lo colpisce più volte con un affilato rasoio, secondo un taglio orizzontale che va dall’orecchio sinistro alla guancia opposta. Ludovico reagisce, riesce a deviare il rasoio poi a strapparlo all’aggressore, riportando però ferite alla mano. L’assalitore fugge di corsa, esce dalla Cattedrale e si dilegua nelle vie ancora deserte. Nessuno si è accorto dell’aggressione ma quando Ludovico esce barcollando dal confessionale, viene soccorso e portato a casa, dove è affidato alle cure della madre.

Ludovico, nato a Oleggio (Novara) nel 1858, è un giovane ecclesiastico molto apprezzato e stimato in città. È stato ordinato sacerdote a Roma, nel 1880, dove, nel 1882, si è laureato in teologia morale. È poi diventato professore di questa disciplina nel Seminario novarese. A soli trent’anni, grazie a una dispensa papale, ha ottenuto anche la carica di Canonico penitenziere della Cattedrale.

Mentre la clamorosa notizia si diffonde in città e desta ipotesi fantasiose sul colpevole e sul movente, in particolare quella di una “vendetta” di cui si ignorano i motivi, le indagini della polizia novarese partono dal rasoio strappato all’aggressore. Anche se Ludovico non ha riconosciuto il suo aggressore, gli inquirenti ritengono che il responsabile sia qualche giovane allievo del Seminario, dove già nel pomeriggio individuano lo studente Carlo Jacomelli.

Jacomelli, nato a Vespolate (Novara) nel 1868, riconosce il rasoio e ammette con tranquillità l’aggressione: voleva spaventare Ludovico, suo professore, che detestava perché lo considerava colpevole di tutti i suoi insuccessi, in particolare della bocciatura agli esami per diventare prete. Jacomelli sostiene addirittura di essere da tempo perseguitato dal minaccioso fantasma del suo professore e di averlo aggredito per liberarsene!

Jacomelli, all’inizio degli studi in Seminario, aveva mostrato un ottimo carattere, era gentile, rispettoso, molto studioso: nel 1886, Ludovico lo aveva premiato. Ma, nel 1890, quando non aveva superato gli esami per diventare sacerdote, Jacomelli aveva iniziato a considerare Ludovico come l’ostacolo alla sua consacrazione. Aveva tentato di rimediare a questa ossessione con un soggiorno in montagna e con una cura idroterapica ma, nel novembre 1890, era stato bocciato una seconda volta agli esami. La sua mania di persecuzione si era quindi concentrata su Ludovico, fino alla aggressione del 6 dicembre 1891.

Da questa data iniziano due storie parallele «di due giovani infelici», secondo la definizione di Valeria Piasentà e Vittorio Accomazzi autori del libro “Morte nel confessionale. Cronaca di un delitto della Novara ottocentesca” che ricostruisce questa vicenda.

Ludovico Marchetti, la vittima, pare migliorare lentamente, riesce ad alzarsi da letto e a celebrare la Messa. Il Papa Leone XIII si informa sulle sue condizioni e lo benedice. Ma, per sopravvenute complicazioni, Ludovico muore il 22 giugno 1892 e, dopo imponenti funerali a Novara, è sepolto nella tomba di famiglia ad Oleggio.

Carlo Jacomelli, rinviato a giudizio per omicidio volontario mancato con premeditazione, viene riconosciuto affetto da malattia mentale, quindi non perseguibile, e, nel febbraio del 1892, finisce al Manicomio di Novara. Nel dicembre 1895 è dimesso e affidato alla famiglia che però ne richiede di nuovo l’internamento nel 1900. Dimesso nel luglio dello stesso anno, a 32 anni, è affidato alla madre. Muore nel 1952, all’età di 83 anni, a Vespolate dove probabilmente è sempre vissuto, dimenticato, isolato e praticamente senza contatti con i compaesani.

Un capitoletto molto interessante del libro è quello intitolato “L’opinione pubblica” dove gli Autori - che hanno già ricordato come a Novara siano stati giocati al Lotto, senza risultato, i numeri ricavati dall’aggressione per un valore che oscilla fra le 8 e le 10 mila lire! - illustrano la dura polemica politica che si innesca sui giornali novaresi tra le testate cattoliche intransigenti e quelle liberali: vittima e colpevole sono due giovani religiosi in un ambiente sociale che conosce anche atteggiamenti critici fortemente antireligiosi.

Appare indubbio l’interesse di questo episodio di vita novarese che, come spesso avviene nella ricostruzione dei crimini realmente accaduti, non risiede tanto nelle indagini per la scoperta del colpevole quanto nella loro contestualizzazione nel periodo storico in cui si sono verificati con la relativa ricaduta sulla società contemporanea.

Nella ricostruzione ha avuto un peso ragguardevole la famiglia di uno dei due autori, il novarese Vittorio Accomazzi che vive in Canada, la quale custodisce l’archivio dell’avo Canonico Ludovico Marchetti e ne ha tramandato la tragica vicenda con partecipazione e sofferenza, come ricordato da due pronipoti della vittima nel corso della preparazione del libro.

Il secondo autore è Valeria Piasentà, scenografa e docente di Scenografia alla Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, che si interessa di politiche culturali e artistiche territoriali, di storia del teatro e delle tradizioni locali.

Morte nel confessionale” è apparso nel 2012, ne sono venuto a conoscenza soltanto di recente, in occasione dell’incontro “Thriller e mistero: tra fantasia e realtà”, tenuto a Novara il 2 ottobre di quest’anno. Come cultore di true crime torinese e piemontese ho ritenuto opportuno sottoporlo ai Lettori di “Civico20News” interessati a queste tematiche.

 

Valeria Piasentà – Vittorio Accomazzi

Morte nel confessionale. Cronaca di un delitto della Novara ottocentesca

Enter edizioni, Cerignola (FG), 2012, 106 pagg., € 13:90

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Articolo pubblicato il 01/11/2016