Ottant’anni: Auguri Silvio!

Riflessioni d’un uomo consapevole dell’inesorabile scorrere del tempo

Ottanta candeline.
Tante ne spegnerà domani Silvio Berlusconi nella sua villa di Arcore, circondato dagli affetti più cari, con i quali promette di stare più vicino “Dedicherò più tempo alle persone a cui voglio bene. Come ho fatto questa estate. Ed è giusto così: cinque figli e dieci nipoti fanno un patriarca. E io questo mi sento”.
In un’interessante quanto intima intervista rilasciata al settimanale Chi, proprio in occasione del suo compleanno, l’ex Cavaliere parla a ruota libera di famiglia,politica e Milan.

La cosa che emerge con più evidenza è l’avanzare del tempo, che sembra incombere anche su di lui “Nella mia vita non ho mai pensato all’età. Al contrario, ho sempre vissuto come se avessi quarant’anni, perché così mi sentivo: pieno di curiosità, di voglia di fare. Poi, improvvisa, è arrivata la malattia. Con l’operazione che ho subito è arrivata forse la consapevolezza che sono un uomo di 80 anni.” E proprio per questo annuncia che non ci sarà alcuna festa sfarzosa, ma solo un momento di unione con le persone più care alle quali ha chiesto espressamente di non fare regali, al massimo di destinare ciò che vogliono in beneficienza.

Poi ripercorre alcune tappe salienti della sua carriera politica, come la discesa in politica post Tangentopoli del 1994, avvenuta essenzialmente per evitare una probabilissima vittoria dei comunisti in Italia: una scelta, a detta dell’ex cavaliere , che lo ha portato a un ingente dispendio di energie fisiche e di tempo, senza che ci sia stato in cambio alcun ritorno economico.
In politica rivendica il fatto di “non aver mai sbagliato un colpo” né in quella estera né in quella interna.

A chi gli chiede del fallimento della rivoluzione liberale, annunciata a inizi anni ‘90 e mai realizzata, risponde gettando la croce sui traditori, e il riferimento ai Fini, Casini e compagnia cantante non è nemmeno troppo velato. 

E’ un Berlusconi amaro quello che rinnega il suo amore per la politica ( “la politica? Non mi ha mai appassionato”). Fatiche e sforzi che spesso non lo hanno ripagato, nemmeno dal punto di vista relazionale, come sottolinea malinconicamente “Pensandoci bene  non mi viene in mente neppure un nome di un vero amico in politica. Ma non sono tipo da portare rancore: chi ha tradito non ha tradito me, ma gli elettori che l’avevano portato in Parlamento”.

L’intervistatore chiude la breve chiacchierata con una domanda sull’amore: lui ammette di aver fatto prevalere spesso altri interessi rispetto al più nobile dei sentimenti,e sottolinea alcune sue storie importanti; ci tiene però a rafforzare l’idea del suo amore verso Francesca Pascale, precisando che “Non c’è alcuna crisi tra noi, come invece si ostinano a scrivere i giornali”.

Un Berlusconi deluso, quello che emerge dall’intervista pre-ottant’anni, specie per non aver portato a termine molti dei suoi progetti.
Tra gli altri, vengono in mente la riforma costituzionale, la legge elettorale, il Ponte sullo Stretto.
Tutti temi che con il declino dell’ex Premier sembravano definitivamente naufragati … O forse no?!
Anzi,sono portati alla ribalta dall’attuale Premier: un Renzi che, per modi di fare e comunicazione, è spesso stato associato al Patron del Milan.
Anche per ciò che riguarda il rapporto con i sindacati (liquidati più volte in fretta e furia), l’abolizione dell’articolo 18, la riforma della scuola, e altri provvedimenti l’analogia tra i due è evidente: d’altronde chi non ha mai sentito sussurrare tra gli elettori più obiettivi del Partito Democratico “lo fa Renzi e siamo tutti d’accordo, ma l’avesse fatto Berlusconi sai che casini…”.
Difficile smentire l’idea che se a toccare la Costituzione fosse stato l’ex Premier ci sarebbero stati girotondi in piazza, scioperi da parte dei sindacati, appelli da parte dell’intellighenzia italica per mezzo stampa (magari capeggiati dai Moretti e Benigni di turno), mentre ora tutto tace, e i presunti intellettuali sembrano sonnecchiare annoiati alla finestra. 

Quindi tranquillo Silvio, goditi i tuoi cari, il meritato riposo e gli ottant’anni; molte delle tue idee, magari sotto un simbolo diverso e con varianti spesso trascurabili, le stanno già portando avanti altri.

 

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Articolo pubblicato il 28/09/2016