#Renziportasfiga, le cicciottelle e gli sport medievali.

Cosa ricordare di questi primi quattro giorni olimpici.

Capita che il Parlamento chiuda per quaranta lunghi giorni e i nostri Onorevoli si dedichino alle meritate (?) vacanze in giro per l’Italia, lasciandoci per un po’ tranquilli dai noti teatrini.
In televisione, a parte i soliti sonnacchiosi e ripetitivi talk show della 7, c’è ben poco; anzi, gran parte dell’informazione è cannibalizzata dalle Olimpiadi, che, a quanto pare, stiamo disputando alla grande. Così decido di stilare un parzialissimo e semiserio podio dei primi quattro giorni a Cinque Stelle.


La medaglia di legno, ossia quella più beffarda, attribuita in senso figurato al quarto classificato, se la prende il nostro Premier Matteo Renzi.

Il prode Primo Ministro, che in pompa magna si reca all’inaugurazione dei Giochi a Rio in compagnia del figlio, mette in mostra tutto il suo protagonismo.
E’ euforico, il Presidentissimo, che con ampi gesti e fiumi di parole sembra si gonfi il petto a ogni piè sospinto. Abbraccia tutti, fa selfie e non si nega a vari bagni di folla, forte del fatto che si trova a migliaia di chilometri dal Paese che governa.
Il Renzi tifoso è una macchina da guerra: scrive alla Fiamingo, campionessa di Spada, arrivata a un soffio dall’Oro. Le manda uno, due , dieci messaggi , tanto da far dichiarare alla bella siciliana  “ ..a un certo punto ho smesso di leggerli. Mi stava mettendo ansia!”.

Ne ha anche per Nibali, il nostro Presidente. Il  Campione di ciclismo ha visto infrangere il suo sogno di medaglia per colpa di una caduta a undici chilometri dal traguardo: doppia frattura alla clavicola e stagione finita. Poco importa, il Super Renzi gli offre un viaggio di ritorno sul suo aereo privato.

E giù di polemiche.

E’ ovunque, il Presidente: riesce contemporaneamente ad occupare le prime pagine dei giornali, quelle dei notiziari sportivi e degli approfondimenti di moda, visto il look con cui gira per Rio: t-shirt a cinque cerchi,e il pensiero corre per forza di cose alla visita in Afghanistan quando si presentò con divisa militare sopra pantaloni gessati, scatenando l’ilarità dei più.
L’analogia con il Berlusconi e l’elmetto indossato nella ricostruzione Aquila è evidente.
Così come è evidente il motivo della sua presenza  -oltre che per far aumentare intorno a sé il proprio consenso-: spingere la candidatura alle Olimpiadi Roma nel 2024, al contrario delle volontà del sindaco Virginia Raggi -e in un certo modo avvallata dai cittadini romani-.

Olimpiadi si, Olimpiadi no, non ci fossero altri problemi più stringenti, sarebbe anche quello un bel quesito: in un Paese normale ci si aspetta che il sindaco della Capitale e il Primo Ministro siano d’accordo su un progetto tanto importante, ma si sa, l’Italia non può definirsi tale, e allora aspettiamoci di vederne delle belle.
Presenzialista, pesante e anche un po’ porta-sfiga, visto che l’Italia ha iniziato a raccogliere medaglie d’oro da quando è rientrato in Italia, viene subito coniato l’hastag #Renziportasfiga. Il popolo del web, si sa, è cinico e spietato.

Certo, quando poi Matteo Salvini dal suo profilo twitter lancia un“Il bugiardo torna a casa e l'Italia vince due medaglie d'oro alle Olimpiadi”, t’assale un certo sconforto.
Per carità, la battuta goliardica la accetti dalla rete, ma se proviene da uno che si propone di governare l’Italia,e magari pensi alle grandi argomentazioni e carteggi del passato, due domande sulla qualità del dibattito politico attuale è normale porsele.
Anche a lui la medaglia di legno.

A vincere la medaglia di Bronzo è Giuseppe Tassi, direttore del Quotidiano Sportivo, che viene sommerso dalle critiche per aver titolato Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico, in relazione alla gara femminile di tiro con l’arco.
Le accuse piovute da ogni dove sono quelle di mancanza di rispetto, oltraggio, sessismo e chi più ne ha più ne metta. Inevitabili ma un po’ ipocrite, vista la facilità con cui la stampa negli anni ha bollato un atleta come sovrappeso: penso al recente caso Higuain.
Il direttore, sospeso, ha scritto una nota di scuse. Ma la figuraccia resta.

L’argento se lo prendono gli atleti azzurri, partiti alla grande nonostante il pronostico non troppo favorevole: dopo tre giorni abbiamo conquistato nove medaglie, di cui due d’oro e occupiamo il secondo posto nel medagliere dopo gli Stati Uniti.
Come molti fan notare, siamo destinati  a calare: appena inizia l’atletica, scaleremo posizioni in favore di nazioni più forti di noi; il grosso ce lo giochiamo la prima settimana/dieci giorni, per il resto dovremmo accontentarci delle briciole. Tuttavia resta la soddisfazione di essere così in alto, davanti a nazioni più popolose e ricche … e peccato per un paio di finali andate male (per ulteriori info, vedere l’oro)!
Simpatico analizzare i tipi di sport in cui primeggiamo: judo, carabina, tiro, scherma, spada.
Fossimo nel Medio Evo, avremmo il potere dalla nostra!

L’Oro lo assegno senza dubbi a Giovanni Peliello.
Peliello è un tiratore a volo italiano, di Vercelli per la precisione. A 46 anni, un bronzo e due argenti nelle passate Olimpiadi, ieri si è giocato in finale l’oro.
Probabilmente l’ultima occasione della sua lunghissima carriera.
Per un pelo non ce l’ha fatta.
Applausi comunque.

 

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Articolo pubblicato il 10/08/2016