Torino - Quella disgustosa scritta apparsa in Corso Palermo.

Nel cuore di Barriera di Milano l’incitamento contro la Polizia.

Torino, si sa, è una città piuttosto grossa, e come tutte le città grosse, spesso è imbrattata da scritte.
Me ne resi conto un giorno di primavera, quando, in compagnia di un amico austriaco che per pochi giorni si sarebbe fermato a Torino, ci trovammo entrambi sul tram Linea 4, intenti a percorrere quel pezzo di città che va da Via Garibaldi fino a Falchera.

Dalle finestre del tram osservava le case e le strade che via via ci apparivano di fronte, con me occupato nell’insolito ruolo di Cicerone.
Come capita spesso, era molto sorpreso dalla bellezza di Torino, una città sottovalutata dalle mappe e ignorata dagli itinerari turistici tradizionali. Tuttavia rimase piuttosto sorpreso dal numero di scritte che coprivano i muri delle case.
Erano veramente tante!

Spesso, quando il tram rallentava , tra fermate e semafori, mi chiedeva cosa significassero, e io con una punta di imbarazzo, mi improvvisavo traduttore dei noti -per noi cittadini- “basta sfratti” “Liberi tutti“fuoco ai C.I.E”, “terrorista è lo stato, sabotare la tav non è reato “, e così via: scritte facilmente attribuibili a movimenti anarchici che davano alla città una connotazione politica più marcata di quanto in realtà non lo fosse.

Così quando, nel maggio scorso, è stato annunciato dalla giunta che ci sarebbero state due squadre dell’Amiat che, dalla Gran Mare in poi, avrebbero pulito la città, ho tirato un sospiro di sollievo: finalmente, anche se per pochi mesi, la città sarebbe tornata ad un buon livello di decoro.
Il tempo, come pensavo, è stato piuttosto breve; passeggiando per Corso Palermo, angolo via Malone, mi imbatto in una scritta, larga una decina di metri,tanto stupida quanto vergognosa:
“COME A PARIGI: NIQUE LA POLICE!”

Dove “nique” viene tradotto gergalmente con “fotti”, il resto è piuttosto chiaro.
Una frase particolarmente volgare usata principalmente nello slang afro, tra le periferie parigine.
La scritta, oltre a essere stupida nei contenuti, fa riflettere sul fatto che si tratti di uno dei primi riferimenti alle tragedie che si stanno verificando nella capitale francese nell’ultimo anno, e più in particolare ai due poliziotti uccisi lo scorso giugno dal terrorista islamico Larossi Abballa.

L’idea che qualcuno possa trovare eroico un gesto criminale, tanto da scriverlo su un muro sperando di incitare la gente a fare lo stesso, è assolutamente condannabile.
Il rischio emulazione, è stato chiarito più volte dalle autorità locali e nazionali, è piuttosto scarso, anche se appare emblematico notare che la scritta è apparsa nel cuore di Barriera di Milano, una delle zone a più ad alto tasso di immigrati, soprattutto africani, e con un malessere sociale strisciante.

E’ proprio da queste parti che lo scorso 18 maggio ci fu una retata da parte delle Forze dell’Ordine in cui finirono schedate una cinquantina di persone, quasi totalmente straniere, di cui sei espulse e uno incarcerato.
A finire tra i controlli anche alcuni mini market e Indian bar, sospettati di avere materiale di propaganda verso lo Stato Islamico.

L’opera, con tutta probabilità, sarà attribuita al gesto di un buontemopone, o, alla peggio, allo sfregio di un ragazzotto dei centri sociali voglioso di scaldare un po’ gli animi e suscitare un po’ di curiosità.

Resta il cattivo gusto della visione, un po’ d’amaro in bocca, e la speranza che tale scritta venga rimossa quanto prima da chi di dovere.

 

 

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Articolo pubblicato il 30/07/2016