L’uomo che salvava le anatre e inseguiva il Big Bang

Recensione di Andrea Biscŕro del libro di Laura Scaramozzino

Presento molto volentieri ai Lettori di “Civico20News” la recensione del libro di Laura Scaramozzino, scritta dall’amico Andrea Biscàro (m.j.).

 

L’uomo che salvava le anatre e inseguiva il Big Bang

Biografia sui generis di Lodovico Marchisio, amante della natura

«Il protagonista di questa storia si portava la sua vita appresso come faceva con le anatre del parco della Pellerina, qui a Torino, quando le salvava dagli allagamenti. E quando qualcuno porta dietro un peso enorme come fosse una piuma sei fregato e non ti resta che condividerne la portata. Di un uomo che lascia che i capelli stiano come vogliono, perché sapete, i capelli non mentono mai e di cose importanti ne raccontano davvero tante. Non potevo sottrarmi, come potete ben immaginare. Come si fa a non raccontare la storia di un uomo che il giorno della sua separazione, dopo aver salvato un’anatra aggredita da un cane, si porta in tribunale gabbia e pennuto al seguito? La storia di un uomo che, senza saper nuotare, salva un aspirante suicida dalle gelide acque del lago e il giorno dopo gli regala, in ospedale, una copia di Dal Big bang ai buchi neri? Uno che ha preso tutto dal nonno toscano, soprattutto la leggerezza, quella che ti fa capire che non c’è troppo tempo da perdere, anche quando c’è la guerra perché, tra le altre cose, il tuo bar fa le cioccolate migliori di Torino e oggi salvi un partigiano e lo fai scappare dal retro, mentre il giorno della Liberazione dai salvezza a un giovane fascista pestato dalla folla in festa. Robe da perderci la testa non fosse per la levità e per quel senso di ogni cosa al suo posto, ma solo se ognuno ci mette del proprio».

Non ricordo di aver mai letto una seconda di copertina tanto surreale.

Mascherato da romanzo, L’uomo che salvava le anatre e inseguiva il Big Bang (Sillabe di Sale Editore, 2016) di Laura Scaramozzino (conduttrice radiofonica torinese, curatrice di corsi di scrittura creativa), è difficilmente classificabile.

Innanzi tutto perché traccia – grazie a 27 flash esistenziali, chiamati anche racconti, episodi – la vita di un personaggio, in tutti i sensi. Un nome per gli amanti delle vette, delle scalate, dell’amore per gli animali, in particolare per le anatre.

«Lodovico Marchisio – apprendiamo dal sito “Vie Normali”, dedicato alla montagna – risiede ad Avigliana, in provincia di Torino. Scrittore e alpinista, ha al suo attivo 24 libri pubblicati di cui 18 guide, 5 romanzi autobiografici e 1 volume di poesie. È Accompagnatore d’escursionismo (AE) titolato dal CAI (Club Alpino Italiano) […] e guida CAI “EEA” (Escursionisti Esperti Attrezzati). È uno strenuo difensore degli animali per i quali ha condotto e conduce tuttora crociate incredibili. […] Presidente della Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Piemonte e Valle d’Aosta CITAM PV. Socio Onorario GAE (Guide Ambientali Escursionistiche), Socio Accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) e dell’AASAA (Auteurs Associes de la Savoie e de l’Arc Alpin). Giornalista e Pubblicista, è collaboratore di vari giornali e riviste quali: La Valsusa, Vita Diocesana Pinerolese, Rivista del CAI, Lo Scarpone, Il Monviso, Panorami e altre testate. […]

Ha condotto lezioni sull’ambiente come docente in diverse UNITRE e collaborato nelle scuole come esperto sulla sentieristica del Club Alpino Italiano. […]

Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana dall’anno 2001 conferitogli dal Presidente della Repubblica per alti meriti al valor civile».

Lodovico Marchisio è il protagonista dell’opera, scritta con quello stile asciutto e toccante che mi ha magicamente catapultato nelle mie letture giovanili fatte di F. S. Fitzgerald, Nelson Algren, Stephen Crane.

La Prefazione, firmata da quella grande penna che è Vito Bruschini (autore di opere di successo come La strage. Il romanzo di piazza Fontana, I segreti del club Bilderberg) ci avvicina ad un lavoro a metà strada tra narrativa ed una forma inusuale di saggistica, dove la Natura è la protagonista, dove le anatre vengono dipinte come «creature straordinarie, depositarie di un istinto millenario», dove si sottolinea l’esistenza di personaggi come Marchisio («che l’Autrice non nomina mai, probabilmente per attribuirgli un ruolo universale»), ahimè rari da incontrare, ma esistenti!

Il protagonista ama e salva (intreccio pregno di autentica gratuità) le anatre e… insegue il Big Bang.

«A me piace – ci fa sapere grazie alla felice penna della Scaramozzino – che tutto sia sempre come fosse un Big Bang»; «finire o iniziare qualcosa non è poi tanto difficile. La difficoltà maggiore sta nel dare un seguito, nel gettare in avanti quello che la fine ci ha lasciato in eredità e quel che l’inizio perpetua di sé per sempre. Il Big Bang mi affascina perché è l’unico vero principio delle cose, un’origine che resta anche quando in apparenza non rimane che un riflesso».

La sua vita è qui raccolta in 27 pillole che affondano le proprie radici nella Guerra Civile ‘43/45 (l’episodio narrato va oltre la guerra, l’odio di quella stagione di sangue: vi stupirà, anche nel suo prosieguo temporale…) e proseguono, per dirla con Baglioni, frugando nei «cassetti di ricordi e di indirizzi che ho perduto | ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi andar via».

Amorevole, pazzesco, affascinante, ricco di aforismi che sprigionano autentica ricchezza spirituale calata nella vita reale di ognuno di noi, L’uomo che salvava le anatre e inseguiva il Big Bang è un profondo e leggero – si legge d’un fiato – viaggio d’amore fra esseri viventi bisognosi di accoglienza.

In fondo, ci sussurra Lodovico, «risposte io non ne so dare, però accolgo. L’ho sempre fatto, che vi devo dire, non credo serva molto altro agli esseri umani», abitanti, come le anatre, di quel tutto cominciato dal Big Bang.

Andrea Biscàro

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Articolo pubblicato il 25/06/2016