Giuseppe Solaro. Fascismo o plutocrazia. Gli scritti economici di un fascista di sinistra

Recensione di Andrea Biscŕro del libro curato da Fabrizio Vincenti

Presento molto volentieri ai Lettori di “Civico20News” la recensione del libro curato da Fabrizio Vincenti, scritta dall’amico Andrea Biscàro (m.j.).

 

Il Socialismo a 360°

Una dottrina che passa anche dall’esperienza dei fascismi europei

 

«Il capitalismo ha creato una splendida civiltà produttiva e l’ha circondata di miseria e di fame per la maggioranza degli uomini, ha costruito un fiabesco castello e lo ha regalato ad una umanità priva dei mezzi per abitarlo. Ha inasprito e accresciute lo lotte, le guerre, i disagi, le sofferenze. Ha dato il troppo a pochi, e il pochissimo a troppi. Onde dalla saggezza popolare affiora e s’impone alla scienza il problema della distribuzione e della redistribuzione che troppi economisti avevano ridotto al ruolo secondario di appendice, di strascico del generale problema economico».


Considerazioni di quel grande intellettuale che fu Antonio Gramsci?


No. Dure riflessioni di un poco conosciuto Giuseppe Solaro, datate settembre 1942.


Per molti, oggi, il nome di Solaro non significa nulla. Ma per decenni la sua persona ha rappresentato, per la memoria collettiva di Torino, il simbolo della violenza repubblicana fascista nei confronti della Resistenza. Grazie alla damnatio memoriae, la figura storica di Giuseppe Solaro non è mai transitata da alcuna via di approfondimento. Nulla di nulla se non l’inoperosità storica più totale.


Torinese (1914-1945), ultimo federale fascista di Torino, comandante della Brigata Nera “Ather Capelli”, sposato, due figlie, laureato in Economia e Commercio all’Università di Torino, appassionato alle tematiche economiche e geopolitiche. Un uomo incapace di bassezze e piccinerie, duro nell’impari lotta che va sotto il nome di Guerra Civile.

Su Solaro si sono dette molte cose.

Quelle positive? Spudorato revisionismo.

Quelle negative? Tutte corrispondenti al vero? Nel dubbio, si eviti di sviscerare l’argomento.

Si sa, siamo un Paese che tarda a fare i conti col proprio passato.

 

Così facendo, i conti – la Storia – rimangono in sospeso, inclusa l’obiettiva valutazione di una figura storica. Fino a pochissimi anni fa, ciò di cui disponevamo era l’abbozzo di un personaggio agli antipodi: maledetto e santificato, in entrambi i casi inventato. Personaggi tutt’altro che inventati sono invece quelli delle opere di Carlo Mazzantini, presentati ad un pubblico in buona parte ignaro di cosa potesse scorrere nelle vene dei combattenti della R.S.I. Leggendo le sue opere si può entrare nell’anima di una scelta perdente.

«Io non voglio tornare al fronte per vincere la guerra – scrive Mazzantini –

Voglio tornare al fronte per perderla. Soltanto che la voglio perdere a modo mio».


Avendo avuto la fortuna di ricevere l’educazione di un padre indubbiamente sui generis, ho anche acquisito il dono dell’ascolto con matura curiosità storica. Mio padre (ex partigiano, scampato, il 17 novembre 1944, all’eccidio di Cudine, una frazione montana della Val di Lanzo), notando il mio amore per la lettura, la storia e lo scrivere, ha contribuito alla mia crescita interiore con un unico insegnamento: infrangere la superficie, se il caso; approfondire, ascoltare i vinti, soppesare i vincitori, mantenere una pacata diffidenza nei confronti dell’assolutismo storico, evitare le polemiche tanto per.


Con questo spirito, e soltanto con questo, invito alla lettura di due opere atte a recuperare la figura storica di Giuseppe Solaro, soprattutto sul versante delle sue competenze in tema di economia interna ed internazionale. E ancora: riflettere sulla mai studiata a sufficienza complessità della storia del Socialismo e delle sue ramificazioni.


Entrambi i testi portano un’unica firma: il giornalista, laureato in Economia e Commercio, Fabrizio Vincenti.


Giuseppe Solaro – Fascismo o plutocrazia – gli scritti economici di un fascista di sinistra (Ciclostile editore) è il libro che riunisce numerosi scritti dell’economista Solaro. Essi sono in grado di stupire il lettore moderno per la loro drammatica attualità. Certo, vanno contestualizzati in quel clima durissimo di Guerra Civile, sottolineando anche l’ingenuità di Solaro nei confronti della tanto (per lui) auspicata vittoria dell’Asse che, successivamente al 25 luglio e all’8 settembre ’43, avrebbero visto l’Italia – in caso di impensabile supremazia militare tedesca nello scacchiere Europeo – in una condizione di netta sudditanza all’alleato, volendo chiamarlo così, tedesco.


Pur tuttavia, le sue riflessioni in materia economica e sociale – lucide e impeccabili –, come quella che apre queste brevi considerazioni sui libri di Fabrizio Vincenti, ci invitano a riflettere, ulteriormente riflettere, sull’attuale deriva dell’economia mondiale e sul dominio del capitale sul lavoro e sull’uomo.


Il secondo testo è anch’esso imperniato sugli aspetti economici e sociali, focalizzandosi però sul versante biografico. Il titolo è emblematico e si ricollega al volume precedente: Giuseppe Solaro – il fascista che sfidò la Fiat e Wall Street (Ciclostile editore).


Leggo e rileggo quanto scrisse Solaro e la mia mente va alle riflessioni di Pasolini sulla società dei consumi e sul capitalismo. E ben sappiamo quanto Pasolini fosse duro nei confronti del fascismo.


Se il lettore – poco importa la sua sensibilità politica, conta unicamente la sua apertura mentale, in grado di operare raccordi apparentemente impossibili – saprà andare oltre la “fede” fascista dell’autore di questi vecchi (ma non obsoleti) scritti, acquisirà una viepiù solida consapevolezza di quanto sia spietato il sistema che in misura sempre maggiore privilegia e globalizza, rafforzandosi incredibilmente, un’economica di impronta individualista, dove, per dirla con Solaro, si ingrassano «i ruminanti della ricchezza».

Andrea Biscàro

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Articolo pubblicato il 21/06/2016