L’Omicidio perfetto per restare in Europa.

Tre colpi di pistola contro una donna salvano l’Europa

Così, cinicamente, venerdì scorso intitolava in prima pagina il Giornale.
Ovviamente il titolo, provocatorio e, per questo ampiamente discusso e pubblicizzato era riferito alla morte di Jo Cox, deputata laburista, uccisa da un fanatico inglese, Thomas Mair, durante un comizio.

L’assassinio ha conquistato l’attenzione di tutti i media del Mondo perché, oltre al fatto di riguardare un rarissimo caso per la democrazia inglese- era oltre vent’anni che non si assisteva all’omicidio di un politico britannico- è avvenuto a pochi giorni dal celebre referendum che porterà il popolo inglese a scegliere tra il restare o meno nell’Unione.
Un atto che, secondo gli esperti, in queste ore sta facendo sfondare il fronte del Remain, in grande difficoltà nelle ultime settimane, se non, addirittura in minoranza.

Come al solito in questi casi il complottismo da tastiera si è scatenato.
Sono già nate pagine che scrivono della morte come di un sacrificio essenziale per mantenere l’Inghilterra in Europa; si parla di servizi segreti in azione, piani super secretati, grandi manovre mosse da parte della politica e della finanza per far si che la drammatica uscita non avvenga.
Alcuni tirano fuori la strategia del Terrore avvenuta durante gli anni di Piombo in Italia che avrebbe, a detta loro, fatto calare, attraverso la paura, il consenso verso un crescente PCI.
E’ tornato di moda persino il nome di Lee Oswald, assassino di Kennedy, ucciso a sua volta due giorni dopo, scatenando le perplessità dei più sulla reale identità del mandante.

Certo, in questa brodaglia di illazioni e congetture, ci sono  un sacco di panzane.
Però...
Però su alcune cose non si può che essere d’accordo: per prima cosa, le tempistiche dell’omicidio, così maledettamente perfette: esso è avvenuto appena una settimana prima del voto, quando i cittadini inglesi saranno chiamati alle urne con impresso alla mente ancora il volto della povera vittima.
In Inghilterra i deputati non muoiono ogni giorno: si tratta del primo omicidio negli ultimi 25 anni.

C’è poi l’identikit della vittima, che non è esattamente il classico dinosauro della politica.
Giovane madre di 41 anni, laureata a Cambridge, Jo Cox si è sempre battuta per l’accoglienza e la solidarietà verso gli immigrati, lavorando, tra l’altro, per Oxfam e Save the Children.
Ha una fedina penale immacolata, ed è una che si è sempre spesa per gli ideali in cui si rispecchiava. Giusti o sbagliati che siano.
Particolare non trascurabile, negli ultimi mesi si è battuta alacremente per rimanere nell’Europa, diventandone in poco tempo la principale paladina.

Terzo, la modalità.
Pare che lo squilibrato, prima del folle gesto, abbia urlato “Britain First!” sottolineando anche in punto di morte la valenza politica dell’omicidio.
Impossibile, dunque, separare il gesto dal referendum, per quanto alcuni esponenti del Leave abbiano cercato di fare.
Ci sono versioni che smentirebbero persino la pronuncia di queste parole: la versione non è chiara e attendibile, ma il messaggio è passato.

Infine, ma non per importanza, la domanda che dovrebbero porsi tutti, ossia cui prodest?
Chi si avvantaggia realmente di quanto accaduto?
Di certo non gli euroscettici, ma certamente i sostenitori del Remain, e più in particolare il mondo economico-finanziario.
Ieri tutta l’Europa delle Borse ha brindato la tragica notizia con impennate da montagne russe, la sterlina ha ripreso valore dopo settimane di depressione, gli speculatori han festeggiato e si intravedevano volti più rilassati tra i burocrati europei.
Alla fine, anche se pare azzardato sostenere idee complottistiche, se non addirittura la presenza di una plutocrazia che arma il braccio di un folle per i propri scopi, è inevitabile affermare che si tratta di un omicidio che fa felice solo una parte di popolazione: quella della City, delle Borse e dell’Alta finanza.

Altro fatto è che il gesto di uno squilibrato, probabilmente, modificherà l’esito di una scelta mondiale, molto più che le riflessioni di celebri economisti e gli appelli dei vari esponenti politici.
Ancora una volta un piccolo episodio è destinato a cambiare il corso della storia.
Come 102 anni fa, in quel di Sarajevo.
Tre colpi di pistola all’epoca fecero sprofondare l’Europa.
Chissà questa volta.

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Articolo pubblicato il 19/06/2016