Nord-Ovest: la parte di Torino che ha voltato le spalle a Fassino.

Marco Zaia per "Civico20 News"

Ha fatto il giro d’Italia la foto di Roma suddivisa in municipi colorati in base alla vittoria del candidato sindaco.
L’immagine raffigurava la quasi totalità del giallo con al centro due piccole macchioline rosse, corrispondenti ai Parioli e al Centro Storico.
In solo quei due, centrali e ricchi quartieri capitolini, il candidato prescelto dai cittadini è stato Roberto Giachetti.
In tutti gli altri, dalla Garbatella alla Magliana, ha trionfato il giallo- Raggi.
Riflessiva, quella spartizione.

Un po’ a dimostrare come il concetto che il popolo, quello che abita nelle periferie, voti a sinistra, sia del tutto errato. E questa emorragia di voti non può dirsi nemmeno dovuta all’avanzata di partiti alla sinistra del PD: Fassina ha collezionato il solito buco nell’acqua, portando Sinistra Italiana a percentuali minime.
Il Pd, paradossalmente, è stato preferito nella Roma bene, quella storica, piena di negozi griffati e locali in. Quella della Grande Bellezza, per intenderci.

E lo stesso discorso, con meno chiarezza, si può percepire analizzando i risultati nelle circoscrizioni torinesi.
Chiaro, qui la differenza è più sbilanciata verso Fassino, che ha collezionato un buon margine di vantaggio sul candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, tuttavia l’analisi dei voti regala qualche buono spunto di riflessione.
Le circoscrizioni in cui l’Appendino è andata meglio sono la Cinque e la Sei, corrispondenti alla parte Nord-Ovest della città, grossomodo Barriera di Milano,  Falchera, Barca, Borgo Vittoria, Lucento, Vallette.
Insomma, la parte più periferica e popolare di Torino. Quella che ha risentito maggiormente della crisi economica,  della disoccupazione, dell’emergenza legata ai campi rom e dell’integrazione con i migranti.

Proprio la Circoscrizione Cinque è stata l’unica  in cui il Movimento Cinque Stelle ha superato di qualche migliaio di voti Fassino e le mille liste collegate: fa specie osservare come un quartiere considerato da sempre rosso come le Vallette abbia voltato le spalle all’ex segretario del PDS.

La gente non gli perdona il fatto d’essere stato poco presente, di non aver contribuito a migliorare la sicurezza e la pulizia della città, di aver fatto poco per contrastare la disoccupazione: Torino, tra le città del Nord, è quella messa peggio in questi termini.
Colpa della Fiat e dell’indotto che è venuto meno, qualcuno dirà.
Tuttavia resta l’incapacità degli amministratori di dare nuove prospettive lavorative a una città abbandonata dalla grande industria.

Anche dalle mie parti, tra Barriera di Milano e Falchera, le lamentale sono simili.
“-Certo, il centro è ben curato, pulito, pieno di turisti, però qui le cose sono peggiorate. Solo in vista delle elezioni Fassino si è fatto vedere. Guarda per esempio lì-  mi dice un amico appena passiamo con il pullman in prossimità di Lungo Stura Lazio. - Per anni siamo stati ostaggio di quell’accampamento abusivo, malavita, gomme che bruciavano, sporcizia. Ora, a sei mesi dalle elezioni, si è deciso di sistemare la questione sgomberando tutto e costruendo una pista ciclabile. Bello, eh…ma non potevano pensarci prima? Non ti sa di mossa elettorale?”

Un’altra testimonianza di questo malcontento diffuso proviene da un mio compagno d’università, da sempre di centro sinistra. Uno di quelli che ha partecipato a tutte le primarie, è presente a ogni Festa dell’Unità e difende a spada tratta tutte le decisione del governo - “Sai Marco, oggi mi sono alzato con la solita intenzione, scendere di casa, recarmi al seggio, barrare il simbolo del PD e augurarmi una vittoria al primo turno. Eppure a metà strada mi sono passati per la testa un po’ di pensieri: tipo io, da anni laureato e costretto a lavorare in un fast food part-time, o mio fratello anche lui in cerca di lavoro da mesi.

Ho guardato le strade, sporche, il campo rom di via Germagnano, ormai terra franca e inaccessibile ai normali cittadini; il piazzale dove un tempo c’era Palatinum, ora luogo abbandonato, punto di ritrovo di camionisti e prostitute, roba da non passarci la sera…e in via Bologna, la coda al Centro per l’Impiego , la vedi? A me sembra ogni giorno più lunga… Fatto sta che, una volta giunto al seggio, mi è passata tutta la voglia di barrare il solito simbolo; mi son detto, se questi sono i risultati di decenni di questa amministrazione, a sto punto tanto vale cambiare.”

E più o meno questo discorso è stato fatto da molti miei vicini, gente che ha sempre votato da una parte, ma che ora per diverse ragioni si sente pronta a cambiare.
Il motivetto è comune: Torino negli anni è cresciuta in Centro, è diventata più internazionale e attrattiva, ma  Fassino si è dimenticato delle periferie.

E che il legame popolare-sinistra sia superato, lo testimonia anche il voto in Circoscrizione 1.
Lì Fassino ha preso più del 50% dei consensi: si fosse votato solo da quelle parti si sarebbe confermato al primo turno.
Peccato che Torino non inizi a Piazza Vittorio e termini in Via Garibaldi.
Torino è molto di più, e questo, qualora Fassino dovesse riconfermarsi, dovrà tenerlo bene a mente.

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Articolo pubblicato il 10/06/2016