Brunetta, da Napoli per tentare il miracolo a Torino.

Marco Zaia per "Civico20"

Inizia puntuale l’atteso comizio di Forza Italia con Brunetta come ospite.
Tanto puntuale che appena arrivo davanti alla sede del partito in Via Minzoni, alle 10.05, il responsabile mi dice di affrettarmi che hanno già iniziato.
La saletta in cui parla Brunetta, a fianco del candidato sindaco di Forza Italia Osvaldo Napoli e alcuni esponenti locali del partito, è colma:  simpatizzanti, militanti e curiosi affollano il piccolo locale sotterraneo, con una schiera di giornalisti e fotografi in prima fila.

Il microfono è tra le mani di Brunetta, uno che non le ha mai mandate a dire.
Attacca subito il modello Torino, facendo un raffronto impietoso con quello di Milano.
Loro - dice il deputato ed economista berlusconiano- sono riusciti a presentarsi uniti, puntando tutto su un city manager che aveva già avuto grandi esperienze con le amministrazioni precedenti. Con Parisi la candidatura è forte e le possibilità di vincere alte. Qui, con questo modello, non si va da nessuna parte. Applicassimo il Modello Torino su scala Nazionale, ci terremmo Renzi per i prossimi vent’anni-.

Chiarisce che l’affondo non è verso Osvaldo Napoli, persona di cui ha profonda stima, ma dell’idea di presentarsi divisi:  Morano, candidato sindaco di Fratelli d’Italia e Lega non gli pare ricco di quelle doti di leadership e qualità in grado di portarlo lontano.

L’economista veneto traccia poi il profilo ideale del Centrodestra: un movimento europeista ma non dipendente dai voleri della Merkel , un movimento che riporti l’Italia al ruolo di mediatrice sulla scena mondiale, ricordando i patti con Gheddafi e gli ottimi rapporti tra Berlusconi e Putin; un movimento unito che dialoghi con gli imprenditori e le piccole-medie imprese. Un centro destra che, soprattutto, sia in grado di puntare al Centro, il vero nocciolo del Pese, quell’area che se stimolata ti fa vincere le elezioni: evitare a tutti i costi lepenismi e demagogie varie , e il riferimento verso Salvini è ben poco velato.

La formula che propone l’Onorevole è semplice: contrapporre al Giglio Magico renziano, autoritario e dispotico, il Quadrifoglio di Forza Italia: ciò si otterrebbe unendo ai leader nazionali, quelli civici, quali Marchini, Tosi, Parisi, Brugnaro, Napoli.  Eccellenze di cui la sinistra è priva e di cui la destra deve far tesoro.

Su una cosa poi, si dice certo: al referendum costituzionale di ottobre vinceranno i no.
Non lascia spazio al minimo dubbio Brunetta, che evidenzia come Renzi sia nel panico totale vedendo come anche alcune persone dello spettacolo come la Ferilli o Benigni, dichiaratamente di sinistra, non si riconoscano più nelle posizioni governative.
E’ il turno dell’attacco a Renzi: lo accusa di aver occupato la Rai, la quasi totalità della stampa e i centri di potere nevralgici.
Delinea scenari pessimistici per il Premier: la ripresa economica non c’è ora e non ci sarà tra qualche mese, quando si voterà. La “schiforma”- così la definisce - non passerà, e allora loro dovremmo essere bravi a farsi trovare uniti e pronti.
L’intervento finisce tra gli applausi.

E’ il turno di Osvaldo Napoli, che con il suo piemontesissimo accento rivendica alcuni suoi successi negli anni da sindaco e si dice dispiaciuto di non aver avuto uno scontro più tecnico con Fassino.
In questa campagna elettorale- dice il candidato sindaco- si è parlato poco di programmi, idee e progetti per Torino.(..) Affrontando i candidati, specie nel dibattito organizzato dalla Stampa, mi sono reso conto di quanto fossero deboli le loro argomentazioni. Anche l’Appendino, tanto osannata, non è mai scesa nel merito delle questioni, quali sono le cose che realmente ha in testa…”

Anche Napoli attacca Renzi, sostenendo come i cinquecento milioni di euro stanziati per le periferie siano un’elemosina: si dovrebbe parlare di miliardi!
Vengono poi toccati temi come la cassa integrazione, la disoccupazione e l’immigrazione. Proprio su questo ultimo punto Napoli fa notare come ad oggi si sia raggiunto lo stesso numero di sbarchi di tutto il 2015.
E Renzi dice che negli ultimi due giorni son calati…
La sala apprezza e sorride ironica.

Il mio- rincara la dose - non è un astio contro gli immigrati. Però rendi amici conto che finita la loro permanenza nei centri, di 18 mesi, queste persone dovranno mangiare in qualche modo: alcuni magari sia aggiusteranno trovando un lavoro, altri però saranno costretti a delinquere-.
Sul punto sono tutti d’accorso.

Poi Osvaldo Napoli guarda l’ora: alle undici Brunetta deve scappare.
È già tardi.
C’è spazio per un paio di domande da parte dei giornalisti.
L’inviato della Stampa chiede di chi sia la responsabilità di questo presentarsi divisi.
Brunetta non usa giri di parole: Salvini. E’ stato lui a cambiare idea.
Mi faccio coraggio e gli chiedo al ballottaggio chi appoggerà Forza Italia.
Al ballottaggio ci andiamo noi.
Mi fa l’occhiolino, si alza e tra la calca dei simpatizzanti e i flash se ne va’.

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Articolo pubblicato il 01/06/2016