Il “Passaggio a Nord Kinangop” (Kenia) di 200 medici italiani

Racconti africani di Bruno Frea, primario di urologia alle Molinette

Sottopongo molto volentieri ai lettori di “Civico20News” questo articolo dell’amico Massimo Boccaletti dedicato al libro intitolato “Passaggio a Nord Kinangop”, scritto dal professor Bruno Frea e dedicato alla sua esperienza presso questo avamposto di medicina afro-italiano nel cuore dell’Africa (m.j.).

 

Lo spunto per recarsi in Africa ad operare in un ospedale del Kenia gli venne fornito ad Udine nel 2009 ad un incontro tra gli urologi del Triveneto, allorché sentì parlare della consolidata iniziativa di quasi 200 medici italiani che si recavano ogni anno a gruppi volontari in un ospedale a 150 km da Nairobi: il Nord Kinangop Hospital.  

In realtà Bruno Frea, oggi ordinario di Urologia all’Università di Torino e Direttore dell’omonimo Dipartimento delle Molinette, sin dai tempi dell’Università nutriva il desiderio di svolgere la professione dove il bisogno è più forte e drammatiche le esigenze esistenziali. In quella circostanza decise che era arrivato il momento di arruolarsi anch’egli nell’esercito dei 200.

Da allora, anche quest’anno, come ha fatto in tutti questi anni, raggiungerà quest’avamposto di medicina afro-italiano nel cuore dell’Africa.

A spingerlo, non tanto una motivazione cristiana (l’ospedale è un’iniziativa della diocesi di Padova) ma il concetto che tra le qualità che un buon medico dovrebbe avere, c’è anche e soprattutto, quella di prestare la propria opera dove c’è bisogno.

Di questa sua visione “laica” , non confessionale, parlò anche con Don Sandro, prete di prima linea all’ospedale di Kinangop : “Laico tu? - gli rispose lui - Tu con il tuo impegno preghi molto di più dei molti che vengono in chiesa a recitare”. Testuali parole. “Il rapporto col malato – sottolinea il professore – è gratificante sotto qualsiasi cielo, diverso è l’atteggiamento del paziente. Da noi c’è una certa diffidenza verso la classe medica, accentuata dai media che trasmettono soprattutto cose che non vanno. Là no.”

Il suo esempio ha contagiato in questi anni anche alcuni specializzandi: “Sono più numerosi quelli che vogliono venire – osserva - naturalmente a loro spese, visto che l’ospedale dà solo vitto e alloggio”. ” Il bello - continua - è che quando hanno fatto quest’esperienza vogliono tutti tornare. E questo mi rende decisamente ottimista verso i giovani”.

Del loro atteggiamento si fa anche parola nel libro scritto da Frea sull’esperienza africana ed intitolato “Passaggio a Nord Kinangop”.

Edito in italiano ed inglese da Carlo Delfino, nella prefazione scritta da Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, si dice infatti che il giovane medico parte per l’Africa per amore della professione ma anche, ovviamente, per spirito d’avventura. “Ma poi, nel confronto quotidiano con povertà, malattia, spesso la morte – sottolinea - tutto si appanna. Rimane solo, intatto, vivificato, l’amore per la professione che in Africa si coniuga indissolubilmente con lo spirito d’attenzione verso i più fragili”.

Presentato il 26 novembre scorso nel celebre “Castello del Proclama” di Moncalieri in una serata affollata il volume rievoca in una ventina di racconti di “professione vissuta” i momenti salienti dell’avventura e viene ora messo in vendita a favore dell’Ospedale di Kinangop, assieme al CD del concerto eseguito quella sera dal Duo Andrea Boccaletti (pianoforte)/ Davide Sanson (tromba).  

Massimo Boccaletti  

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Articolo pubblicato il 10/02/2016