“L’ultimo soldato di Napoleone”, di Celso Gallenga

Il diario di questo ufficiale napoleonico originario di Castellamonte, apparso in inglese a Londra nel 1915, ritrovato in una libreria antiquaria di Berkeley (California), viene pubblicato nella traduzione italiana di Sergio Musso, per iniziativa dell’Associazione culturale “Terra Mia” di Castellamonte (Torino)

Nel dicembre del 1796, il generale Napoleone Bonaparte, comandante delle truppe francesi dell'Armata d'Italia, sta combattendo contro gli Austriaci nella pianura tra Verona e Vicenza, nei pressi dell’Adige. Si è già svolta la vittoriosa battaglia di Arcole, tra il 15 e il 17 novembre, ma soltanto nella metà del successivo gennaio ci sarà la decisiva vittoria francese di Rivoli Veronese.

Un ufficiale dell’esercito napoleonico scrive nel suo diario: «Verso la fine dell'anno fui inviato in ricognizione con metà della truppa, come di consueto. Le mie avanguardie catturarono un prigioniero, un giovane gentiluomo, cadetto nel reggimento di Strasoldo. Il sergente mi riferì che, appena lo avevano circondato, aveva ingoiato qualcosa, da cui intuii che portava un dispaccio, che poteva fornire informazioni importanti. Mi affrettai con lui al quartier generale. Il Generale lo interrogò, ma lui continuò a dire che non sapeva niente.

“Devo avere il dispaccio. - disse Bonaparte - Qu'on le fusille!”.

“Ma, signore, si è arreso a me come prigioniero di guerra, in uniforme”. “Luogotenente, - disse il Generale - c'è posto per due di fronte al peloton».

Più che la minaccia, fu lo sguardo che l'accompagnava che mi zittì. Il Generale chiamò un aiutante di campo e il poveretto fu portato via. Subito dopo l'esecuzione, un chirurgo apri il corpo e trovò il dispaccio avvolto in una pallina di cera. Si mostrò essere di grande importanza […]».

Questo singolare episodio della Prima Campagna d'Italia, è riportato nel diario di Celso Gallenga, ufficiale napoleonico di origine canavesana.

Celso Gallenga, nato a Castellamonte nel 1774, è stato destinato dalla famiglia alla vita ecclesiastica ma, spinto dall’entusiasmo per le idee suscitate dalla Rivoluzione d’oltralpe, fugge dal seminario e si arruola nell’armata francese giunta in Piemonte nel 1796.

Diventato ufficiale, condivide glorie e tragedie dell’esercito napoleonico, fino alla fine. Partecipa a diverse campagne militari, compresa la tremenda spedizione in Russia.

All’inizio dell’Ottocento si stabilisce a Parma dove sposa Marianna Lombardini, ragazza di buona famiglia, sorella del futuro Ministro delle Finanze del Ducato di Parma e Piacenza. Celso Gallenga muore a Livorno nel 1834.

Il diario di questo nobile piemontese, le cui vicende si sono strettamente intrecciate con quelle del generale Bonaparte, si legge tutto d’un fiato, come un romanzo, ma rappresenta anche una importante testimonianza storica, perché dalle sue pagine possiamo farci un’idea della vita e del modo di pensare della prima metà dell’Ottocento.

Le vicende del diario di Celso Gallenga appaiono insolite.

Bisogna considerare che Celso ebbe un figlio, Antonio, personaggio del Risorgimenti italiano, esule in Inghilterra, dove venne naturalizzato suddito britannico e dove fu giornalista di “The Times” e autore di numerosi libri, apprezzati soprattutto all'estero.

Il secondo figlio di Antonio, Guy  Hardwin Gallenga (1859-1951), suddito del Regno Unito e militare di carriera, venuto a conoscenza del manoscritto delle memorie del nonno Celso, conservato dalla famiglia, ne curò la pubblicazione, avvenuta a Londra nel 1915 con il titolo di “The last soldier of Napoleon”.

Questo libro era ormai praticamente introvabile anche nella edizione originale.

Le memorie scritte in francese, nel 1800, da questo ufficiale di origine canavesana, soltanto nel Terzo Millennio sono state tradotte in italiano, grazie all'Associazione culturale “Terra Mia” di Castellamonte.

Come spiega Emilio Champagne, presidente di “Terra Mia”, cofondatore dell'Archivio Audiovisivo Canavesano e ricercatore di storia e tradizioni canavesane, nella “Premessa” de “L’ultimo soldato di Napoleone”, nel 2012 era stato tradotto e pubblicato “Country life in Piedmont” (Vita nelle campagne piemontesi), scritto e pubblicato in Inghilterra nel 1858 da Antonio Gallenga.

L'interesse e l'accoglienza favorevole del libro da parte di studiosi e dei lettori ha indotto “Terra Mia” a continuare questa iniziativa.

Venuta a conoscenza dell'esistenza delle memorie di Celso Gallenga, “Terra Mia” ne ha ritrovato una copia in una libreria antiquaria di Berkeley (California) e, dopo aver affidato la traduzione a Sergio Musso, presenta “L’ultimo soldato di Napoleone” per la prima volta in Italia.

 

Celso Gallenga

L’ultimo soldato di Napoleone

Biblioteca degli Scrittori piemontesi n. 23

Editrice Tipografia Baima – Ronchetti & C. s.n.c.

Castellamonte (Torino) 2015 - € 15:00

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Articolo pubblicato il 18/11/2015