Smart Simplicity (le regole d’oro della semplicità)

Sei regole per gestire la complessità senza diventare complicati

Mercoledì 9 settembre, a Milano in un convegno patrocinato da The Ruling Companies, d’intesa con BCG, The Boston Consulting Group è stato presentata l’edizione Italiana di “Smart Simplicity”, ultimo Libro di Yves Morieux, economista e sociologo dell’organizzazione, senior partner e direttore della sede di Washington, DC del The Boston Consulting Group (BCG) e direttore dell’Istituto di Organizzazione  della BCG, e Peter Tollman senior partner e direttore associato della sede BCG di Boston,  responsabile del centro di consulenza in Risorse Umane e Organizzazione della BCG per il Nord America.

Oltre a Yves Morieux, sono intervenuti al dibattito:

Michele Angelo Verna, Direttore Generale Assolombarda

Agostino Santoni, Amministratore Delegato Cisco Italia

Gianluca Cimini, Amministratore Delegato BT Italia

Gli autori intendono proporre, grazie alla loro esperienza e di alcuni manager di elevata responsabilità, la via per introdurre i cambiamenti davvero necessari, nelle strategie delle aziende, che evitino cioè di ripensare integralmente il sistema e i meccanismi operativi per agire in modo solo su quelli realmente fondamentali. I punti individuati si possono così sintetizzare:

- Capire cosa fanno i collaboratori

- Rafforzare gli integratori (dipendenti che oltre alle funzioni proprie, si sentono personalmente coinvolti per agevolare la cooperazione)

- Aumentare la quantità totale di potere

- Aumentare la reciprocità

- Estendere l’ombra del futuro

- Premiare chi coopera

La realizzazione della strategia, cioè l’execution, dovrebbe essere l’elemento cardine della natura di ogni azienda. Per molti senior manager è però elemento di frustrazione poiché da decisioni semplici germinano spesso implementazioni complicate.

Si tende infatti a replicare all’interno delle aziende l’accresciuta complessità del contesto esterno di business, in una società che, con velocità sino a pochi anni or sono impensabili, ha generato complicazioni.

E’ quindi importante, per gli autori, distinguere tra “complessità” e “complicatezza”.

Esiste un’altra via, quella della “semplicità intelligente”: pochi interventi davvero rilevanti, basati sull’effettiva comprensione delle esigenze e realtà specifiche, per orientare in modo diretto le performances aziendali.

L’esposizione di Yves Morieux è stata efficace e appassionata. Ha dimostrato, con esempi eloquenti tratti anche dalla visione di una competizione sportiva di alto livello, come il raggiungimento dell’obiettivo vincente dipenda oltre che dall’impegno individuale, da una strategia idonea a coinvolgere e convogliare tutti gli operatori interessati, al raggiungimento della finalità, con l’applicazione effettiva delle sei regole indicate.

Gli oratori italiani intervenuti in seguito nel dibattito, hanno cercato di dimostrare che anche loro, in esperienze differenti, si sono ispirati e credono nel coinvolgimento e nell’abbattimento di ruoli gerarchici ingessati, riscoprendo la centralità dell’Uomo inserito nel contesto manageriale e produttivo.

Parere unanime, in chiusura ed impegno a buttarsi alle spalle gli stereotipi negativi di certi meccanismi cervellotici di organizzazione del lavoro e di valutazione del Personale che negli anni scorsi hanno contribuito a dissipare denaro e a disincentivare, nei fatti il coinvolgimento di dipendenti e manager.

Morieux  riafferma la sua convinzione sull’efficacia della semplificazione. “Il libro presentato è uscito nel 2014 negli Stati Uniti e in Giappone con l’edizione in quella lingua. E diffuso anche in Europa, in ciò facilitato dalle edizioni in Francese, Portoghese, Greco ed oggi in Italiano, con il russo e lo spagnolo, quali prossime edizioni.

Abbiamo già avuto occasioni, almeno tra le società clienti, di apprezzare la positività dei cambiamenti, del clima nuovo.”

“ In un’Europa, conclude l’autore,  ove anche le attività produttive segnano il passo, la diffusione e acquisizione di queste tesi, rappresenterebbe una terapia indispensabile”. 

La riflessione sulla centralità della Persona nel pensiero filosofico e nelle attività produttive, da Tommaso D’Aquino ad Adriano Olivetti, ha radici antiche e l'evoluzione dei tempi, se discende dall'osservazione acuta e capillare, può solamente contribuire al miglioramento.

Nei confronti dei ritardi della società italiana, non bisogna comunque disperare e guardare avanti con fiducia, non stancandoci mai di seminare bene, almeno quale elogio all’ottimismo.


Yves Morieux

Peter Tollman

SMART SIMPLICITY

Edizione italiana a cura di Alberto Guerrini e Anna Simioni

EGEA s.pa

Via Salasco, 5 20136 Milano (www.egeaonline.it)

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Articolo pubblicato il 12/09/2015