Sgnorete e lusiaròle, Archeujta ‘d poesìe e canson piemontèise

“Libellule e lucciole, Raccolta di poesie e canzoni piemontesi”, il nuovo libro di Sergio Donna

Il nuovo libro di Sergio Donna, intitolato “Sgnorete e lusiaròle, Archeujta ‘d poesìe e canson piemontèise” (Libellule e lucciole, Raccolta di poesie e canzoni piemontesi) contiene trentaquattro componimenti e si apre con una poesia dedicata a Maria Ausiliatrice (“Marìa Ausiliatris”), seguita da una dedicata al paese di Moncrivello (“Moncravel”), in provincia di Vercelli, dove Sergio Donna ha trascorso, presso la nonna, gli anni dell’infanzia.

Proprio dai ricordi infantili di questo periodo, quando andava a spigolare con la nonna, l’Autore ha tratto ispirazione per la poesia che dà il titolo alla raccolta, “Sgnorete e lusiaròle”, ovvero le libellule e le lucciole che si potevano allora vedere nella campagna, le prime durante la spigolatura e le seconde nell’oscurità della sera.

Troviamo poi componimenti dai temi assai variegati.

Le poesie sono infatti ispirate a personaggi, fatti di cronaca, episodi, letture e tutto ciò che ha colpito o emozionato l’Autore e lo ha indotto alla composizione.

Si parla di personaggi storici come Carlo Felice (“Carlo (In)Felice”) e Rosa Vercellana (“La Bela Rosin”), di tipiche figure della Torino del passato, come gli spazzacamini (“Spaciafornel”), di un momento storico angosciante (“8 dë Stèmber 1943”) e di tristi episodi di cronaca nera come “Al San Pàul, fòra dël dassi” e “Ant ël  canton pì creus”.

Assume un certo rilievo la realtà della vita operaia del Borgo San Paolo, con “La siren-a dla Lancia”, “Al vintun ëd via Cimon”, “Cleto Moschin ovrié a la Snia Viscòsa”.

Ai temi più seri si contrappongono le piacevoli filastrocche infantili che Sergio Donna rielabora oppure crea, ispirandosi all’attualità, come nel caso di “Aviaria” e di “Dësgagia-filèt tributari”.

Questi sono soltanto alcuni dei soggetti trattati, che svelano la sensibilità, il carattere e la personalità di un autore raffinato e romantico.

Il Lettore potrà scoprirne altri, aiutato anche dalle precise e puntuali note e, soprattutto, dal piccolo glossario dei termini piemontesi meno usuali che Sergio Donna ha affiancato ad ogni poesia. Un’idea assai opportuna, perché Sergio è un benemerito poeta che ama ritrovare parole piemontesi autentiche, anche se ormai desuete, e i suoi componimenti costituiscono pure un vissuto “recupero” della nostra lingua.

Va anche detto che le versioni in italiano delle poesie di Sergio rappresentano versi a se stanti, ricchi di fascino e di originalità, svincolati dall’originale versione in lingua piemontese.

“Sgnorete e lusiaròle” (Ël Torèt, Monginevro Cultura, 2015) vanta una presentazione, scritta in italiano e in piemontese, da Sergio Notario, docente di Lingua e Letteratura piemontese e autorevole esponente della Cà dë Studi Piemontèis ed è stato illustrato da Dorella Gigliotti.

Ma questo libro non è soltanto una raccolta di poesie in piemontese, belle ed insolite.

“Sgnorete e lusiaròle”, infatti, è anche una raccolta di intriganti canzoni in piemontese.

Due musicisti piemontesi hanno colto la musicalità dei versi di Sergio Donna ed hanno composto canzoni ispirate a sedici delle trentaquattro poesie della raccolta. Sono Bruno Baudissone, compositore e critico musicale, e Beppe Novajra, chansonnier e cantautore. Nel libro si trovano i loro spartiti e queste canzoni gli conferiscono un ulteriore pregio, rendendolo una vera chicca di originalità e di attrazione poetico-musicale.

Il libro “Sgnorete e lusiaròle” è stato presentato a Viù (Torino), l’8 agosto nell’ambito della seconda edizione dell’iniziativa “Rassegna Caffè Letterari a Viù 2015”, organizzata dalla Pro Loco Viù in collaborazione con il Comune.

Sergio Donna, accompagnato dallo chansonnier Beppe Novajra, ha presentato con buon successo di pubblico una selezione delle sue poesie, musicate da Novajra, proposte seguendo un percorso temporale che si estende dagli anni Venti dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento.

Il file rouge che univa tra loro le poesie e si intrecciava con le canzoni è stato quello del territorio, della lingua dei padri e dei nonni, della vita popolare dei quartieri operai, dello stile di vita contadino, e più in generale della storia e delle tradizioni del nostro Piemonte. Tutto questo è stato molto apprezzato dai partecipanti all’incontro, condotto da Alberto Guerci e da Milo Julini.

Il Sindaco di Viù, professoressa Daniela Majrano, ha portato il suo saluto e il suo apprezzamento.

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Articolo pubblicato il 13/08/2015