“Gaetano Pugnani e i musicisti della corte sabauda nel XVIII Secolo”

Il libro di Giorgio Enrico Cavallo e Andrea Gunetti riscopre Gaetano Pugnani, il primo violino del Re di Sardegna, uno dei più importanti musicisti piemontesi

Fonte: Il Bicerin. La cultura da gustare

Gaetano Pugnani (1731-1798), musicista di corte dei Savoia, è stato uno dei più importanti compositori piemontesi. Ed è del tutto dimenticato. Si sono occupati di lui i nostri Giorgio Enrico Cavallo e Andrea Gunetti, che hanno da poco pubblicato la monografia “Gaetano Pugnani e i musicisti della corte sabauda nel XVIII Secolo” (Roberto Chiaramonte Editore, 2015), che è frutto di un paziente lavoro di indagine principalmente nell’Archivio di Stato, in quello storico di via Barbaroux e in Conservatorio di Torino.

Ne emerge un ritratto vivo ed eloquente di Gaetano Pugnani, oltre che degli altri musicisti che operarono alla corte di Torino nel Settecento. Questo secolo vide infatti una gran quantità di geniali compositori che fecero del Piemonte una terra di fecondi artisti.

Perché sono stati dimenticati?

I motivi, come spiegano gli autori dello studio, sono molteplici.

In primo luogo la Rivoluzione Francese segnò una cesura fortissima tra il Vecchio e il Nuovo Regime, decretando in un certo senso anche una damnatio memoriae per gli artisti legati alla Casa Savoia. Ma, se ciò è stato provvisorio (la parentesi napoleonica durò solo fino al 1814) gli avvenimenti successivi all’abdicazione del Re Umberto II dopo la Guerra Mondiale portarono ad una seconda e più decisiva rimozione dei fatti e degli avvenimenti legati non solo alla famiglia reale, ma anche al Piemonte.

Gaetano Pugnani fu vittima di questi avvenimenti storici, insieme ad altri compositori ed artisti che operarono a Torino nel XVIII Secolo.

Rivivono nel saggio di Cavallo e Gunetti il grande Giovanni Battista Somis, maestro della scuola violinistica piemontese, i fratelli Besozzi, oboisti, Felice Giardini, violinista, e poi il celebre Giovanni Battista Viotti, allievo prediletto di Pugnani: i due viaggiarono insieme in Europa, giungendo fino in Russia. Da lì, le strade di Pugnani e Viotti si divisero: l’uno, rimase a Torino, come primo violino di corte; l’altro, fu invece in Francia e Inghilterra, inseguendo successi e disavventure.

Pugnani e Viotti: un binomio che i piemontesi dovrebbero riscoprire, anche per rivalutare degnamente una grande tradizione, quella della scuola violinistica che a Torino fu grande e che deve essere riscoperta e tramandata alle prossime generazioni.

Ludovica Toscano 

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Articolo pubblicato il 30/04/2015