“Drolaŕe e faribolade an piemontèis”: oltre 400 barzellette e freddure per gustare fino in fondo l'umorismo in lingua piemontese

Un regalo di Piero Abrate e Pino Perrone a chi ancora ama parlare, pensare e sorridere in piemontese

S’intitola “Drolarìe e faribolade an piemontèis” l’ultima fatica del giornalista e scrittore Piero Abrate che con Pino Perrone, studioso di tradizioni e lingua del Piemonte, ha raccolto circa 400 barzellette in lingua piemontese.

Di facezie ce ne sono per tutti i gusti e provenienti da tutte le province: accanto a quelle dedicate alla creduloneria tipica di certi personaggi della Provincia Granda (la Provincia di Cuneo), troviamo un capitolo che ironizza sulla eccessiva parsimonia dei biellesi, mentre un altro è dedicato ai “dësbela” (piccole pesti) che a Torino animavano soprattutto i quartieri più popolari nel secondo dopoguerra: dal Borg ëd jë strass (Porta Palazzo) al Borg dël fum (Vanchiglietta).

Un capitolo è dedicato ai tempi in cui ancora esisteva a Torino quella grande industria ribattezzata “la Feroce” dagli stessi operai. Non mancano capitoli su salute, studio e lavoro, amicizia, vita agreste, sport; quest’ultimo con freddure sulle due squadre da sempre grandi rivali: il Toro e la Juve.

Il libro conta 17 capitoli e ognuna delle barzellette in piemontese riporta la traduzione in italiano.

Ad arricchire il volume vi sono anche i disegni realizzati da Germano Longo, mentre la prefazione porta la firma di Sergio Donna, presidente di Monginevro Cultura, associazione che si occupa di storia, cultura e tradizioni del territorio. Il volume, secondo Sergio Donna, «…non è solo un florilegio ben assortito di divertentissime barzellette in piemontese che farebbero ridere un morto, ma una vera antologia di situation “comedies”, di contesti paradossali, grotteschi, che sono lo specchio della cultura di un popolo, la sintesi di un modo di pensare e di comportarsi tipicamente piemontesi, e non solo nei momenti più allegri e divertenti dell’esistenza, ma anche - e forse soprattutto - in quelli più drammatici e tragici».

Piero Abrate, invece, così illustra il perché di questo lavoro: «Nessuno mai fino ad oggi si era preso la briga di raccogliere assieme qualche centinaio di facezie che abitualmente sentiamo raccontare in piemontese dagli amici, al ristorante o in qualche circolo, soprattutto in quelle serate in cui i discorsi finiscono per scheletrirsi e nessuno sa più cosa dire per rendere interessante il confronto. Così, con Pino Perrone abbiamo deciso di radunare tutte le barzellette più curiose e simpatiche che conoscevamo per regalarle a chi ancora ama parlare, pensare e sorridere in piemontese. Anche perché penso che una buona dose di ilarità, tutti i santi giorni, faccia bene. Una risata a crepapelle è una forma di ginnastica che allena il cervello ad essere più forte, elastico e capace di affrontare situazioni difficili e stressanti».

Lo grafia piemontese adottata da Abrate e Perrone è quella dei Brandé, codificata nel Settecento e ristrutturata negli anni Trenta del Novecento. E questo per dare uniformità ai contenuti, indipendentemente dal luogo dove la facezia è ambientata, sia che si tratti di Novara, come di Cuneo, di Alessandria, di Biella, di Vercelli o di Torino.

Il libro sarà disponibile nelle librerie del Piemonte dal 15 novembre.

Piero Abrate & Pino Perrone

Drolarìe e faribolade an piemontèis - Oltre 400 barzellette e freddure per gustare fino in fondo l'umorismo in lingua piemontese

Ligurpress, pagg. 256, euro 18,90.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 15/11/2014