Innamoramento

Effetti neuro-psicologici

 

 

“Dicono che capendo se stessi,

capiremo meglio gli altri.

Ma io vi dico, amando gli altri

 capiremo qualcosa di più su noi stessi.”

Kahlil Gibran

 

 

La prima esperienza affettiva che ognuno di noi fa, è tra le braccia dei nostri genitori.

Possiamo affermare dunque, che si impara ad amare prima di tutto tra le braccia di mamma e papà, poi dalle altre figure di attaccamento.

 

Le carezze che un genitore dà al suo piccolo, lo fanno stare bene, trasmettono belle sensazioni, brividi, calore, vicinanza e sicurezza e queste sensazioni dell’abbraccio sicuro diventano un canovaccio che il bambino e poi l’adolescente e l’adulto, useranno per sperimentare le successive relazioni, apportando dei cambiamenti o aggiungendo nuove informazioni ma sempre, a partire dalle prime carezze.

 

Dunque come ci innamoriamo?

 

Sul piano dei correlati neurali, il quadro classico dell’innamoramento sembra corrispondere a un fenomeno neuro-biologico sovrapponibile alla tossicomania.

 

Per dirla in un altro modo: l’innamorato focalizza le sue attenzioni sull’amato, ne esalta i tratti positivi e ne trascura gli aspetti negativi, si sente più vitale e immensamente felice se la relazione va bene e incline alla disperazione nei momenti di difficoltà.

 

Le avversità e le difficoltà incrementano la passione romantica e si crea una vera e propria angoscia da separazione quando si è lontani, cosi come si sperimentano palpitazioni, sudorazione abbondante, leggera confusione, quando si è con l’amato.

L’innamorato muta le sue abitudini per rimanere in contatto e dare una buona impressione di se’ all’amato, ovviamente a tutto ciò si associa in modo trasversale la comparsa del desiderio sessuale.

 

A COSA SERVE L’INNAMORAMENTO?

 

L’innamoramento è un “buon trucco” per convincerci a correre il rischio di costruire un legame. Provare sensazioni forti, ci aiuta ad avere voglia di stare ancora con quella persona, e poi ancora un altro po’, fino ad aver voglia di fare dei progetti e condividere dei pezzi di vita.

 

Purtroppo, l’innamoramento non dura molto, dai 18 mesi ai tre anni, verosimilmente a causa di un effetto di assuefazione cerebrale all’elevato tono dopaminergico.

 

Ma quando l’innamoramento non è più così forte come all’inizio, rimane il progetto, rimane la storia e rimangono i sentimenti d’amore, che sono una cosa diversa rispetto all’innamoramento.

 

Ma questa è un'altra storia…

 

 

Dott.ssa Bossa Caterina Psicologa Psicoterapeuta esperta in sessuologia Terapeuta EMDR

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/02/2013