Come riconoscerla
L’intero percorso che porta una donna a diventare madre comporta inevitabilmente profondi cambiamenti che investono non solo la sfera emotiva, ma anche la sua vita relazionale e sociale. Spesso è difficile per una madre riconoscere e accettare pensieri e sentimenti ambivalenti nei confronti di sé e del proprio figlio. Forti ansie, eccessive preoccupazioni, disinteresse nei confronti del bambino e specifiche paure - la paura di fargli male, di stare sola con lui, di non riuscire a essere una buona madre -possono caratterizzare il comportamento della donna appena diventata mamma.
Dopo il parto possono poi insorgere manifestazioni di disagio psichico quali la depressione post-partum, il post-partum blues, le psicosi puerperali, che intervengono negativamente sulla capacità di svolgere la sua funzione di accudimento e cura, comportando rischi per lo sviluppo emotivo del bambino.
Nei primi mesi e soprattutto nel periodo definito puerperio (primi quaranta giorni) la neo mamma può provare tristezza e facilità al pianto, dovuta allo squilibrio ormonale, stanchezza, a causa dei nuovi ritmi e dell’allattamento, nervosismo, sensazione di inadeguatezza; via, via il sostegno sociale e famigliare e il riequilibrio ormonale dovrebbero portare ad uno stabilizzarsi dell’umore. Se questo non avviene e i sintomi si prolungano nel tempo è necessario chiedere un sostegno psicologico e medico. La donna non deve avere paura di chiedere aiuto, la stanchezza e le emozioni negative non sono sbagliate né da negare ma al contrario è necessario condividerle con altre mamme e con una persona competente.
Fornire un sostegno alla donna e alla coppia durante l’arco di tempo che precede e segue la nascita consente una maggiore opportunità di cogliere precocemente i sintomi di disagio, di prevenire lo sviluppo di questi disturbi postnatali, attenuandone le conseguenze.
- Gli indicatori di una depressione post parto sono:
- tristezza e rabbia prolungate, più di 3 mesi;
- isolamento sociale e scarsa voglia di uscire
- stanchezza e fatica oltre i 6 mesi dopo la nascita del piccolo
- vissuti di inadeguatezza da parte della mamma nei confronti della maternità
- paure ingiustificate e ansie eccessive
- scarsa relazione con il partner e con il resto della rete famigliare
- trascuratezza della propria persona e dei propri bisogni.
Tra le possibilità che una mamma ha vi è quella di contattare il proprio medico o uno psicologo, frequentare gruppi di mamme e condividere delle attività, non avere paura di chiedere aiuto affidandosi alle persone di cui ci si fida.
Un ruolo fondamentale è quello del papà che ha la funzione di regolare il rapporto mamma bambino e di segnalare ogni problematica; ignorare il problema o aspettare che passi da sé è spesso un grave errore.
Dott.ssa Bossa Caterina
Studio di Psicologia Liaison Via G.Campana 13, Piscina www.psicologialiaison.it 3497780488
Corso pre-parto, sostegno post-parto, massaggio del neonato, gruppi genitori
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psicomotricità teatro laboratorio sulla fiaba musica-gioco musica e bebè
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Articolo pubblicato il 08/01/2013