ELEZIONI REGIONALI

E’ iniziato il conto alla rovescia

Con il deposito e la conseguente accettazione delle liste dei candidati al rinnovo del Consiglio Regionale del Piemonte da parte del Tribunale, può effettivamente partire la campagna elettorale.

A bocce ferme, siamo già in grado di valutare le luci e le ombre che hanno caratterizzato questo non sereno periodo.

Il Tribunale, con l’eliminazione di liste prive dei requisiti di legge, ha evitato un motivo di confusione e d’illusione per gli elettori, risparmiando al Piemonte, quando successo nelle Legislatura che si è conclusa in modo anticipato, proprio per l’intervento della Magistratura. I partiti, almeno una volta hanno anteposto l’etica nelle decisioni, rispetto al garantismo.

Hanno invitato i candidati indagati per le note vicende delle spese indebite che hanno visto coinvolti un numero rilevante di Consiglieri e, in taluni casi per le truffe consistenti nell’aver preteso rimborsi illegali, a fare un passo indietro non presentando la propria candidatura. La magistratura poi, ha completato l’opera cassando la candidatura di coloro che, per vicende pregresse, non sarebbero rientrati nei canoni di eleggibilità previsti dalla Legge Severino. Fin qui, tutto bene, o meglio, da paese civile.

Sconcerta invece il mancato accordo tra i partiti del Centrodestra per convergere sul nominativo di un Presidente che potesse compattare lo schieramento. Poiché i soggetti che a Torino ed a Roma si sono occupati della vicenda, sono politici abili ed avvezzi a gestire situazioni complesse, sorge il dubbio che, da parte di qualcuno si sia marciato in direzione opposta, per garantire, lo schieramento alternativo, in caso di carenza di qualche seggio.

Saranno i fatti a far emergere un elemento che appare sorprendente e, se confermato, sarà lesivo degli interessi degli elettori. Altro vulnus emerso dalla presa di posizione degli interessati ed in seguito ad articoli pubblicati, appare la decisione ufficiale della Lega Nord che, pur annoverando un numero pressoché totalitario di Consiglieri uscenti indagati, ha negato la candidatura, nella circoscrizione di Cuneo, a Claudio Sacchetto, l’unico ex Consigliere, non rinviato a giudizio, subito accolto a braccia aperte nella lista NCD.

Caso quasi analogo si verifica nella circoscrizione di Torino, ove il Consigliere Provinciale Alessandro Albano è stato bloccato all’ultimo momento, pare perché, con il consenso presunto, avrebbe potuto, turbare la scena al candidato prescelto dalla nomenclatura ed in crisi di voti. Albano si presenta nella Lista Civica del Presidente Picchetto e ciò segna la spaccatura e la conseguente perdita di voti a sfavore della Lega Nord del Canavese.

Mentre siamo in attesa di conoscere i programmi degli schieramenti, nel dettaglio ed a farci un’idea sulla potenzialità dei candidati, c’è un elemento preoccupante che, chi vincerà la competizione, dovrà ben tenere presente.

La situazione economica e produttiva della Regione è molto diversa da quella del 2010. Allora l’azione amministrativa era solamente impedita dal fardello che la Giunta Bresso, con la finanza creativa e provvedimenti discutibili, aveva riversato sulle spalle dei Piemontesi. Oggi, oltre al residuo di quel fardello che ancora pesa, viviamo situazioni preoccupanti.

La mancanza di entusiasmo e fiducia nel futuro, causate principalmente dalla flessione produttiva ed occupazionale, l’immigrazione selvaggia e la tutela dei rom che assorbe aliquote consistenti dei servizi sanitari, assistenziali ed abitativi erogati dalla Regione, l’elefantiasi burocratica ed il peso non più sopportabile delle Società Partecipate. Gli Enti inutili ed i vari “consigli, consiglini e consigliori” che alimentano il sottobosco della Politica. Il vero pericolo poi è rappresentato dalle consuetudini inaugurate dai Governi tecnici ed ereditati di gran lena dal Governo Renzi che, oltre ad inasprire la  pressione fiscale sui cittadini, hanno ridotto gli stanziamenti che, a titolo diverso, Regioni, Province e Comuni, ricevono dallo Stato centrale.

Poiché questa prassi non tende ad invertire la rotta, è quindi indispensabile che coloro che governeranno, sappiano saggiamente ed accortamente agire. E’ inimmaginabile ridurre l’erogazione di servizi ed attività già compressi e compromessi. Così è impensabile incrementare ulteriormente addizionali d’imposte ed accise. Si dovrà invece procedere nella direzione della sburocratizzazione, nello snellimento delle procedure amministrative, costose per l’Ente e controproducenti per i cittadini.

Evitare stanziamenti ed attività clientelari e non prioritarie, in modo che il Bilancio Regionale annoveri solamente attività a favore del cittadino e propedeutiche allo sviluppo, anziché il perpetrarsi di contributi a pioggia alle clientele parassitarie ed altre attività inutili. Così pure il mantenimento in vita d società partecipate della Regione, in passivo cronico, con attività fuori mercato, idonee solamente a rifocillare con i gettoni di presenza e prebende varie, una pletora di mungitori politici in attesa di trovare lo sgabello sul quale collocarsi. Si riuscirà in quest’intento? I nuovi eletti saranno in possesso della sensibilità politica e della capacità e conoscenze indispensabili per gestire questi processi? Ai posteri

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Articolo pubblicato il 29/04/2014