La condanna di Silvio Berlusconi divide le scuole di pensiero

L'informazione pluralista e corretta le pubblica

La sentenza che ha confermato la condanna di Silvio Berlusconi in Cassazione raggiunge, sotto certi punti di vista, il limite dell'incredulità non tanto per l'esito bensì per il tempo che ha richiesto; quasi un triller per media, spettatori pro e contro Berlusconi, addetti ai lavori e turisti stupiti da tale concentrazione di telecamere, microfoni e quant'altro non sapendo che stava per celebrarsi un evento storico per una parte della nazione: l'annientamento, o presunto, del nemico politico cioè di colui che per vent'anni aveva rotto un'egemonia governativa nata sulle rovine dell'ultimo conflitto mondiale.

A mio avviso lo Schettino di turno ha nuovamente sbagliato la manovra con un'imperdonabile errore di rotta che concede, di fatto, la revisione parziale delle traettorie da parte di ... un nuovo equipaggio che dovrà attribuire le coordinate corrette per evitare scogli o improvvise secche.

Il verdetto del campo, detto così in onore del Presidente del Milan, mi è parso piuttosto di convenienza, senza colpire cioè più di tanto l'accusato e chi aveva prodotto documentazioni in parte inesatte.

Su tutto ciò si è basata l'arringa conclusiva che voleva la condanna dell'imputato senza voler minimamente tener conto delle deduzioni addotte dalla difesa di Sivio Berlusconi, peraltro prodotte da un legale di riconosciuta sapienza costituzionale.

E allora cosa dire? Si tratta di un precedente che avrà sicuramente delle ripercussioni nelle prossime sentenze: pur non facendo giurisprudenza, se ne dovrà tener conto nelle prossime espressioni giudiziarie.

L'importante è che si giudichi sempre con ugual peso ed ugual misura senza accanimenti terapeutici verso la persona bensì applicando semplicemente la legge: applicandola e non intrepretandola a seconda dei casi.

Non vedo comunque nulla di irreparabile in ciò che è accaduto; sicuramente le tifoserie si divideranno sventolando i loro  vessilli in nome di un credo che nessun giudice potrà mai cancellare.

                                                                                                                       

                                                                                                                        Il Direttore Responsabile

                                                                                                                                Massimo Calleri

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 02/08/2013