La frammentazione Android vista dal team di Open Signal

Fonte: Android.hdblog.it

Android Fragmentation

Si parla di frammentazione di Android sin dagli albori, da quando cominciarono a susseguirsi differenti versioni del sistema operativo con una certa frequenza. Google ha voluto affrontare il problema cercando evitare a tutti i costi un ripetersi di questo fenomeno, adesso fortunatamente meno marcato grazie ad un vistoso rallentamento nel rilascio di nuove release ed ottimizzazioni delle versioni esistenti (vedi Android 4.3 Jelly Bean).

Non si tratta di soli disagi per gli tenti finali che devono fare i conti ritardi dettati dai brand e dalle potenzialità dell’hardware a bordo, i problemi maggiori sono stati infatti riservati in questi anni agli sviluppatori dediti alla piattaforma Android, con una quantità sterminata di dispositivi, SoC, risoluzione del display e dimensioni. Per rendere una propria applicazione compatibile con tutte queste variabili bisogna infatti dedicare maggior lavoro, pena il restringimento del parco clienti sul Play Store, cosa che non avviene invece per iOS e AppStore, evidentemente avvantaggiato da una frammentazione praticamente inesistente.

iOS vs Android

Le immagini proposte in questo articolo sono state prodotte dal team di Open Signal, applicazione utilizzata da svariati milioni di utenti Android che ha permesso di fare un nuovo quadro della situazione, basandosi su 682.00o di essi. Per dare un’idea approssimativa della differenza tra Android e iOS, e del diverso approccio che gli sviluppatori devo avere per ottimizzare in base alle risoluzioni dei display basta guardare questo screenshot, una miriade di diverse ‘sagome’ del robottino contro sole 4 con iOS.

Screen-Size-chart-Android-vs.-iOS-645x255

La frammentazione è il risultato di un progressivo abbandono nel supporto da parte dei produttori, principalmente per limitazioni dell’hardware e spesso anche per scelte di marketing. Proprio questa politica ha però permesso il diffondersi di quest’OS in maniera così pervasiva su tutti i mercati, con i modelli più modesti che hanno conquistato, e continuano a diffondersi, soprattutto nei paesi emergenti. Il fenomeno è come detto alleviato, Google ed i consumatori richiedono adesso standard hardware più alti anche per la fascia bassa e medio-bassa, tanto che in breve tempo le ‘limitazioni hardware’ non saranno più una scusa percorribile dagli OEM, principali fautori della frammentazione.

Su tutti abbiamo Samsung, primo produttore che vanta un portfolio davvero sterminato, basti guardare l’immagine di seguito che mostra la differenziazione per dimensione del display relativa ad ogni brand, con la casa coreana che occupa il 47.5% dello share complessivo secondo Open Signal. Tra le altre case produttrici abbiamo Sony (6.5%), Motorola (4.2%) e HTC (3.9%).

OEM

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Articolo pubblicato il 31/07/2013