Italia in regola per l'adozione del 4G, male il resto d'Europa

La diffusione del 4G in territorio Europeo è ancora scarsa: soltanto 11 i Paesi in condizioni di usufruire della connettività LTE, l'Italia tra questi. La causa sarebbe da ricondurre alla liberazione delle frequenze ad 800 MHz

Fonte: Chimerarevo.com

La banda larga ad 800 MHz – utilizzata in precedenza per garantire le trasmissioni televisive analogiche – rappresenta un punto chiave per la diffusione del cosiddetto 4G o LTE che, per chi non lo sapesse, rappresenta la nuova tecnologia per consentire connettività a banda larga utilizzando le reti di telecomunicazione cellulari. Iniziato nel 2010, il processo di armonizzazione Europea delle frequenze ad 800 MHz - frequenza liberata (almeno in alcune parti dell’Unione Europea) grazie al passaggio al “digitale terrestre” - ha incontrato le tipiche difficoltà burocratiche e funzionali che purtroppo accomunano la maggior parte dei paesi Europei con un risultato abbastanza deludente: al 1 Gennaio 2013, termine ultimo fissato dalla UE per garantire l’utilizzo delle sovracitate frequenze, almeno la metà degli Stati membri non è stato in grado di rispettare la scadenza.

 

Questa volta, però, l’Italia non fa parte di questa “triste” percentuale. Come certamente saprete quasi tutti i maggiori operatori nazionali (TIM, Vodafone e H3G) – con diversi livelli di celerità – si sono adoperati per avviare la transizione verso il nuovo standard di comunicazione (sebbene non sia ancora stata raggiunta la completa copertura del territorio), in compagnia di nazioni quali Danimarca, Croazia, Regno Unito, Lussemburgo, Germania, Francia, Olanda, Irlanda, Portogallo e Svezia. Male invece tutto il resto d’Europa, che ha richiesto di rinviare l’uso delle frequenze a 800 MHz, come dichiarato espressamente nella nota ufficiale:

Gli Stati membri hanno ulteriormente confermato la necessità di un maggiore coordinamento in tutta l’Unione europea dell’assegnazione dello spettro radio. Metà degli Stati membri ha chiesto di rinviare, per motivi eccezionali, l’uso delle frequenze 800 MHz per la banda larga senza fili

Lo scorso 24 Luglio la Commissione Europea ha accettato ”con riluttanza” 14 delle deroghe richieste anche se, come sottolinea il vicepresidente Neelie Kroes, tali ritardi continuano a danneggiare l’economia:

Abbiamo deciso di accordare a nove paesi deroghe temporanee e limitate per le frequenze a 800 MHz. Si tratta di una concessione pragmatica che sarà anche l’ultima. Ogni ritardo nella liberazione dello spettro radio danneggia la nostra economia ed è frustrante per i cittadini. Per questo motivo la riforma dello spettro sarà al centro della proposta per un mercato unico delle telecomunicazioni che la Commissione presenterà a Settembre.

I Paesi ai quali è stata concessa la deroga sono Lituania, Spagna, Ungheria, Austria, Polonia, Romania, Finlandia, Malta e Cipro. Slovacchia e Slovenia, invece, si sono visti rifiutare la deroga richiesta – in quanto non vi sono “circostanze eccezionali” ma “ritardi legati all’organizzazione del processo di autorizzazione”; Belgio ed Estonia – seppur in ritardo – non hanno richiesto deroga alcuna mentre la Bulgaria ha notificato la prosecuzione della banda ad 800 MHz per fini di difesa. Valutazione supplementare sarà invece necessaria per Grecia, Lettonia e Repubblica Ceca.

L’utilizzo delle frequenze ad 800 MHz è fondamentale per la diffusione della cosiddetta “banda larga 4G” proprio per la flessibilità delle frequenze stesse – che garantiscono una buona copertura anche in ambienti chiusi e la presenza assicurata di segnale nelle zone rurali, altrimenti escluse – in parte o completamente – dalla connettività cellulare.

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Articolo pubblicato il 27/07/2013