Milano Manga Festival in mostra fino al 21 luglio
Il logo della mostra

200 anni di storia del fumetto Giapponese.

Per la prima volta nella sua storia e nell’ambito degli eventi che porteranno all’Expo 2015 la città di Milano dedica a questa forma d’arte una importante mostra di rilevanza internazionale.

La mostra in svolgimento presso il complesso tardobarocco della Rotonda di via Besana ripercorre la storia del manga dalle sue origini ai giorni nostri.

I curatori i professori: Isao Shimizu e Osamu Takeuchi hanno raccolto ben 500 tavole originali di grandi autori e le hanno disposte su un percorso cronologico in sei tappe: il DNA del manga, dall’adulto al bambino, il Dio del manga (Tezuka Osamu), l’età delle riviste, lo sviluppo del manga e il media mix.

La mostra non è solo un excursus storico ma è anche una rappresentazione delle relazioni fra arte Giapponese, cultura e vita sociale per questo motivo in cinque apposite aree tematiche si raccontano il rapporto tra il manga e l’alimentazione, il manga e l’educazione, il manga e la medicina, il manga e la musica e il manga e la moda.



Camminare attraverso le prime sezioni storiche significa venire in contatto con opere d’arte di grandi autori come il “Manga di Hokusai” (1814), opera formata da 15 volumi di piccolo dimensioni in cui compaiono oltre 4.000 personaggi, grazie alla quale si deve la diffusione del termine “manga” e che in seguito ebbe notevole influenza su pittori impressionisti come Claude Monet e Vincent Van Gogh. Si prosegue con i giga e f?shi-ga: illustrazioni caricaturali e satiriche in largo formato, composte da due o tre tavole consecutive stampate a colori, inventate a scopo ludico dai maestri dell’ukiyo-e del XIX secolo. La sezione dell’età moderna invece vede approdare il manga su riviste dedicate, come il “Tokyo Puck”, diretta da Kitazawa Rakuten.



Se all’inizio del XX secolo, in Giappone si contava un solo disegnatore di manga, negli anni ’20 erano diventati 30 e alla fine degli anni quaranta i mangaka erano ben 200. Questo aumento di disegnatori professionisti fu la logica conseguenza del rinnovamento stilistico intervenuto nel mondo del disegno manga, in seguito al grande successo di vendite dei dieci volumi di “Norakuro”, il gatto di Tagawa Suiho influenzato dalle storie di Walt Disney. Sarà con Osamu Tezuka (soprannominato il Dio del Manga) e con Hasegawa Machiko che si avrà l’esplosione di vendite che porterà a generare un business che oggi coinvolge 6.000 persone in grado di gestire la vendita di oltre 500 milioni di riviste e di 450 milioni di volumi all’anno affiancati da una serie infinita di opere multimediali, anime e gadget di ogni tipo.



Il Milano Manga festival come accennato non è solo storia ma è anche un momento di incontro con grandi ospiti. In programma sono state previste le apparizioni dei mangaka Go Nagai (creatore dei super robot “Manziga Z”, “Atlas Ufo Robot” e molti altri) e nello spazio interattivo di Yoichi Takahashi autore di “Capitan Tsubasa” da noi conosciuto come “Holly e Benji”. Sarà poi la volta di Miki Tori (“Mikey Bird”) e di Mari Yamazaki autrice del celebre "Termae Romae" la quale racconterà i particolari dell’opera che unisce idealmente l’Italia con il Giappone.

Il 5-6-7 luglio toccherà a Yoshiyuki Sadamoto, uno dei fondatori dello studio Gainax e autore dello sconvolgente “Neon Genesis Evangelion” mentre Masashi Kishimoto ideatore di “Naruto” e Go Rikiya autore del monumentale "Il re di Minami" (composto di 120 volumi e 1100 capitoli) hanno già incontrato i fans per raccontare i segreti della loro arte e del loro successo.

Il Milano Manga Festival è un approccio artistico al Manga, considerato ormai di diritto uno tra i più importanti generi artistici contemporanei, identificativo della cultura giapponese ma non solo, infatti, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia lo definisce: come uno spazio di libertà sospeso tra verità e sogno. Tutte le culture del mondo vi hanno infuso le rispettive identità, le fantasie, i sogni, ma anche le battaglie, le proteste sociali e le speranze collettive.

                                                                                                                Dimitri Piccinini


 

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Articolo pubblicato il 27/06/2013