Facebook sta lentamente morendo?

Fonte: Chimerarevo.com

La notizia che Google ha acquisito Waze per 1.3 miliardi di dollari  ha sconvolto gli assetti “social” del web e tante surfer oggi stanno tirando i remi in barca per cercare di capire chi uscirà vittorioso e chi vinto dalla battaglia fra i social networks. L’introduzione degli hashtag in Facebook, funzione “copiata” spudoratamente da Twitter con la scusa di dover ordinare facilmente le conversazioni intorno ad un determinato argomento, e il maremoto creato dalle notizie di “spionaggio” effettuato dall’ente NSA nei confronti di milioni di utenti ignari di tutto, non fa altro che mettere in cattiva luce Facebook che si è trovato già più volte nell’occhio del ciclone per quanto riguarda la privacy.

Addirittura il giornalista americano David Kirkpatrick, autore del libro “Facebook la storia – ed. Hoepli“, prevede una repentina disfatta del’arcinoto social network dato che è iniziata già da qualche tempo una fase di calo di utenze. Il diretto concorrente di Facebook invece è Google+, anche se sono fondamentalmente due social network molto diversi nel loro genere, che ha dalla sua un incremento nell’appetibilità rispetto a Facebook negli ultimi tempi: per dirla in altri termini possiamo considerare Google+, soprattutto per aziende e servizi web, il nuovo che avanza.

Ma in questo articolo ci interessa solo esaminare il caso Facebook: Paesi emergenti come il Brasile hanno avuto un boom di iscrizioni a Facebook davvero incredibile e, se parliamo di numeri, nonostante tutto è ancora Facebook il numero uno al mondo con ben 1.1 miliardi di utenti!

Il grande Marco Camisani Calzolari nel suo libro “Fuga da Facebook – ed. Carte Scoperte” ci ricorda che “bisogna distinguere tra utenti e utenti attivi: noi non sappiamo quanti siano quest’ultimi perché dobbiamo basarci sui numeri forniti da Facebook. Io però sono pronto a scommettere che il declino c’è ed è sostanziale“.

Controcorrente invece va Vincenzo Cosenza di Blogmenter che invece cita numeri sostanzialmente diversi: a fronte di un aumento di 22.7 milioni di utenti mensili su Facebook si ha un calo dell’11.6% di quelli di Twitter, dunque la crisi pare non esserci. I numeri sono contrastanti e ognuno cercherà di portare sempre più acqua nel suo mulino; di certo c’è una cosa: il sostanziale calo delle quotazioni in borsa del titolo di Facebook, che addirittura ad oggi ha perso il 40% del valore assestandosi ad un prezzo per azione pari a 19.1 dollari contro i 38 dollari iniziali di collocamento, non sono un dato così da sottovalutare.

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Articolo pubblicato il 18/06/2013