Tra l’ordine e la libertà

Due interpretazioni di come raggiungere la pace dei sensi con gli apparecchi mobili personali. Apple scommette sull’ordine

Fonte: Apogeonline.com

Il keynote, discorso di apertura del convegno annuale annuale dei programmatori interessati a Mac e iOS, detto WWDC per Worldwide Developers Conference , ha fornito più d’uno spunto di riflessione per il mondo mobile.

Alle migliaia di intervenuti (biglietti da 1.500 dollari esauriti in 71 secondi settimane fa, più gli spettatori globali via rete ) Apple ha consegnato una visione del mondo sicuramente parziale e peraltro attendibile nella sua parzialità. L’amministratore delegato Tim Cook ha sorvolato sui seicento milioni di apparecchi iOS venduti (Android ne ha un numero superiore) e ha spostato il confronto sulla experience, la modalità di utilizzo:

iPhone viene usato per un tempo una volta e mezza superiore agli smartphone Android. […] L’uso su web di iOS è due volte e mezzo quello di Android. […] iPad conta nell’uso web per l’82 percento del totale dei tablet. […] Il 97 percento degli utilizzatori di iOS si dice complessivamente soddisfatto dell’acquisto; i molto soddisfatti sono il 73 percento del totale per iPhone e il 49 percento per Android.

Nessuna novità nel mantra di Apple: anche senza essere in cima alle classifiche di vendita, i nostri apparecchi vengono usati di più e meglio. Significativa invece la spiegazione immediata: il 93 percento degli acquirenti di iPad o iPhone usa la versione più aggiornata del sistema, mentre su Android l’installato è frammentato in tre parti equivalenti (con la maggioranza relativa a una versione del 2010).

È questo che farebbe la differenza, secondo Cook: la maggiore uniformità consente ai programmatori di creare software migliore e tutto conduce a una migliore experience.

Si va oltre la teoria del walled garden, il giardino cintato e quindi pulito e sicuro anche se delimitato; l’idea qui è che l’ordine intrinseco che alcuni vedono come dittatoriale – la stessa versione per tutti, un unico modo di fare le cose – generi anche maggiore qualità e soddisfazione.

Naturalmente nel campo Android si fanno valutazioni di tenore del tutto diverso e si preferisce puntare sui vantaggi connessi alla diversificazione e alla sostanziale assenza di vincoli di uso, nel bene e nel male. Vista da qui la situazione sembra quella del pendolo, una volta a preferire i vantaggi dell’ordine prima che diventi imposizione, una volta a optare per la libertà non ancora sconfinata in anarchia. Forse la cosa più importante, e per fortuna abbondantemente garantita, è che sia sempre possibile scegliere da che parte porsi.

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Articolo pubblicato il 14/06/2013