Lo scultore torinese Gabriele Garbolino Rù partecipa ad “Alluminio”
La locandina

Importante mostra di scultura al Museo de “Il Cassero” di Montevarchi

Sabato 8 giugno, a Montevarchi (Arezzo), al Museo de “Il Cassero” viene inaugurata la mostra “Alluminio. Tra Futurismo e Contemporaneità, un percorso nella scultura italiana sul filo della materia.

 

Nella mostra sono esposte più di sessanta opere di artisti come Thayaht e Ram, Regina e Renato Di Bosso, Bruno Munari e Valeriano Trubbiani, Dadamaino, Gilberto Zorio e altri scultori che hanno adoperato l’alluminio per le loro opere.

 

Il catalogo scientifico, con le schede dei diversi autori, è stato curato da Alfonso Panzetta, direttore scientifico de “Il Cassero”, museo integralmente dedicato alla scultura.

 

Viene spontaneo pensare all’alluminio come materiale per casseruole, fogli in rotolo e vaschette di uso domestico o nei reparti di gastronomia. In realtà, gli usi dell’alluminio più rilevanti sono relativi al settore edilizio (circa il 20%) e dei trasporti (il 26%).

 

Ma l’alluminio è anche impiegato come materiale per statue: la statua in Piccadilly Circus a Londra, che rappresenta Anteros, angelo della carità cristiana, ma comunemente indicato come Eros, risale al 1893 ed è, se non la prima, una delle prime statue in alluminio patinato in bronzo.

 

Altre curiosità sull’alluminio usato per statue annoverano “Kartlis Deda”, ovvero la madre dei Kartlis, a Tiblisi, capitale della Georgia: questa enorme statua in alluminio, alta 20 metri, è stata eretta nel 1958 per celebrare i 1.500 anni della fondazione della città e raffigura una donna in abito tradizionale georgiano che nella mano destra impugna la spada, contro i nemici della città, e nella sinistra una coppa di vino per accogliere gli amici.

 

A Quito, capitale dell’Ecuador, sulla cima della collina detta Panecillo, è posta una gigantesca statua della Madonna in alluminio, alta 45 metri, realizzata nel 1976 dall’artista spagnolo Agustín de la Herrán Matorras. La Vergine è alata e i locali ritengono che sia l’unica statua della Madonna al mondo raffigurata con le ali di un angelo.

 

In Italia, si potrebbe dire che alcune statue in alluminio abbiano incontrato meno favore.

 

A Pianezza, su una rotonda stradale, è stato collocato “Stranger”, opera di Saverio Todaro del 2009 che ha vinto la IV edizione del Premio Internazionale Scultura della Regione Piemonte “Umberto Mastroianni”. Questa statua ha sollevato molte polemiche, si è parlato di referendum e di raccolte di firme per rimuoverla…

 

Iniziative preoccupanti, se si pensa al destino di un’altra statua in alluminio, quella equestre posta nel 1938 all’ingresso della centrale idroelettrica di Ponte Gardena (Waidbruck), in provincia di Bolzano.  In origine era dedicata “Al Genio del Fascismo” e nel 1945, pudicamente, fu ribattezzata “Al Genio del Lavoratore italiano”.

 

Localmente era conosciuta come “Aluminium Duce” e il 29 gennaio 1961 fu distrutta da un attentato terroristico. Non venne più ricostruita.

 

La mostra del Museo de “Il Cassero” di Montevarchi è dedicata all’approfondimento sull’utilizzo dell’alluminio nella scultura contemporanea.

 

L’alluminio è comparso nella scultura italiana a partire dalla metà degli anni Dieci del Novecento, aprendo agli artisti nuove e inaspettate frontiere espressive per tutto il XX secolo, fino alle nuove generazioni del XXI secolo.

 

Si parte dal secondo Futurismo degli anni Venti e Trenta, dove viene messo in evidenza il diverso utilizzo dell’alluminio in riferimento al linguaggio plastico scelto dagli artisti; dalle “sintesi plastiche” alle “aereosculture”, fino agli “spazialismi” che precedono la Seconda Guerra Mondiale, passando per gli scultori più legati al “Novecento” italiano.

 

Sono poi presentati alcuni esempi delle prime ricerche informali e astratte del dopoguerra, per poi proseguire con la poetica delle “strutture” e delle superfici “optical” degli scultori attivi negli anni Sessanta e con l’uso dell’alluminio da parte degli artisti della “figurazione astratta” e dell’“arte povera” attivi tra gli anni Settanta e Novanta.

 

Infine una selezione di opere, datate dopo il 2000, riguarda autori emergenti che impiegano l’alluminio in modo sempre più costante e originale: Davide Rivalta, Paolo Grassino, Gabriele Garbolino Rù, Mimmo Borrelli, Christian Loretti.

 

Per quanto concerne Gabriele Garbolino Rù, ricordiamo la sua realizzazione in alluminio di un’opera di arte pubblica: il Monumento ai Caduti sul Lavoro posto a Collegno, nel 2009, in piazza della Repubblica.

 

In questa mostra Garbolino Rù presenta una grande testa di tigre con fauci spalancate: si tratta di un lavoro non naturalistico ma che vuole presentare la tigre come un “reperto industriale” di un’era ormai finita ma che mantiene la sua forza e la sua natura aggressiva.

La Mostra proseguirà fino all’8 settembre 2013.

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Articolo pubblicato il 08/06/2013