ARM presenta il processore anti-pirateria

Voluto dalle major, il chip Mali-V500 impedisce a livello hardware la riproduzione di contenuti illegali

Fonte: Zeusnews.it

ARM è un'azienda che negli ultimi anni ha acquisito notorietà grazie al fatto che la quali totalità degli smartphone adopera i processori da essa prodotti, i quali adottano un'architettura diversa da quella degli x86 (prodotti per esempio da Intel e AMD) usati generalmente nei PC.

In occasione del Computex, ARM ha presentato un nuovo chip che ha attirato l'attenzione; non perché offra prestazioni particolarmente spettacolari, ma perché integra una soluzione hardware di gestione dei diritti digitali (DRM ).

Il chip in questione si chiama Mali-V500 , si occupa della gestione del video e della grafica ed è stato ideato dietro esplicita richiesta avanzata dai signori di Hollywood.

La sua peculiarità sta infatti nella capacità di impedire la pirateria dei video in alta definizione.

«Per proteggere i loro investimenti multimiliardari, gli studios e i proprietari dei diritti sui contenuti chiedono che i dispositivi che riproducono i contenuti premium offrano una soluzione hardware per gestire la sicurezza» ha spiegato Cris Porthouse , dirigente di ARM.

Il Mali-V500 offre la protezione richiesta dalle major, le quali si trovano costrette a offrire contenuti sui dispositivi mobili - sempre più diffusi - e hanno necessità di contrastare la pirateria.

«Per rispettare i requisiti di sicurezza - molto stretti - richiesti dai proprietari dei contenuti cinematografici, Mali-V500 è stato progettato per supportare in modo efficienti la ARM TrustZone» scrive ancora Porthouse.

Le soluzioni DRM attuali, infatti, non sarebbero più sufficienti: i distributori di contenuti e Netflix - è sempre Porthouse a rivelarlo - vogliono che sia l'hardware a occuparsi della protezione lungo tutta la catena di distribuzione, dal download alla riproduzione.

Sarà difficile, nel prossimo futuro, evitare di acquistare uno smartphone o un tablet che non integri questa tecnologia di protezione; c'è da chiedersi se riesca davvero a fermare la pirateria o se invece creerà soltanto grattacapi agli utenti legittimi, come le esperienze precedenti in questo senso hanno dimostrato.

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Articolo pubblicato il 08/06/2013