Torino Segreta

Intrigante tour tra simboli esoterici, personaggi inquietanti, spettri e altri misteri cittadini

Sabato 1° giugno si è svolto il tour intitolato “Torino Segreta”, condotto dal professor Lodovico Ellena, docente di filosofia, oggi preside di un liceo torinese e autore del libro “Torino segreta” (Chieti, 2012). Il tour è iniziato in via dei Mercanti 9, dalla casa dei Romagnano, tipica costruzione del tardo medioevo, con i muri formati da ciottoli disposti a lisca di pesce alternati a file di mattoni, finestre a sesto acuto e decorazioni in cotto.

Qui, nell’Ottocento, abitava un bizzarro personaggio, il “mago” Vans Clapiè: previde il giorno e l’ora di morte del conte di Cavour e, sei anni prima che avvenisse, annunciò lo sbarco dei Mille in Sicilia.

Seconda tappa è stata la “casa degli spettri” in via Barbaroux 7, dove, in un giorno di pioggia, un rilegatore torinese ebbe un inquietante incontro con una coppia di spettri, marito e moglie, in vita rispettivamente uccisore e vittima del consorte. Una storia che ricorda il film “The Others” di Alejandro Amenábar, interpretato da Nicole Kidman (2001).

Dopo la visita alla Chiesa del Corpus Domini, costruita dove avvenne il miracolo dell’ostia il 6 giugno 1453, è stata raggiunta, in via Cappel Verde 6, la casa di Enrichetta Naum, una donna esorcista - fatto alquanto inusuale - che operava nella sua abitazione del secondo piano.

Altri luoghi visitati sono stati la Chiesa di San Lorenzo, dove nella decorazione architettonica dell’interno della cupola si delinea un inquietante volto demoniaco, nella piazza Castello il luogo del rogo pubblico del pastore valdese Goffredo Varaglia, la Farmacia Regia di via XX Settembre, che produce il miracoloso “Balsamo di Gerusalemme” e poi la via IV Marzo, dove è stato ricordato il “mistero dei tre scheletri”.

Si tratta di una vicenda di incerta collocazione temporale, incentrata su una giovane di famiglia nobile, Adalgisa, che sognava, con inquietante frequenza, tre bare nere che si aprivano per lasciare uscire tre spettri che le rivolgevano cenni di richiamo. Turbata, Adalgisa, ne parlò con i parenti e poi con un magistrato amico di famiglia che ordinò delle indagini. Nelle cantine, nei pressi della attuale via IV Marzo, vennero ritrovati tre sacchi, ciascuno contenente uno scheletro. Le indagini non portarono a risultati concreti ma, da allora, Adalgisa non fece più il suo sogno angosciante.

Questo tour ci ha portati nel centro storico di Torino, in particolare nell’area del primitivo impianto romano, ed è stato anche l’occasione per notare che questa area, uscita dal degrado di non molti anni oro sono, ha assunto una declinazione decisamente “turistica”.

L’itinerario è proseguito in via Bellezia, alla casa di Francesco Bellezia, il sindaco torinese che combatté la peste “manzoniana” del 1630, poi in via Franco Bonelli n. 2 alla casa del boia, e in piazza Savoia.

Qui è stato ricordato l’Obelisco, eretto nel 1853 per ricordare l’abolizione del Foro Ecclesiastico, e il Palazzo Saluzzo Paesana, location della tragica storia di due bambine, vittime del maniaco Giovanni Gioli nel 1902.

Tappe successive sono state la Chiesa della Arciconfraternita della Misericordia, i cui confratelli assistevano i condannati a morte, e la Chiesa di San Dalmazzo, con la curiosa storia dei maiali “guaritori”, allevati dai frati di Sant’Antonio Abate per curare, col grasso suino, la dolorosa malattia della pelle nota come “fuoco di Sant’Antonio”. Questi frati furono ospitati a Torino dal 1271 nella chiesa di San Dalmazzo, in via Doragrossa (oggi via Garibaldi), e i loro maiali potevano vagare liberi per le vie cittadine, perché contrassegnati da un collare azzurro.

Dopo la visita alla casa in via Barbaroux n. 20, dove Silvio Pellico scrisse “Le mie prigioni”, il tour si è concluso in piazza Solferino. Ha incontrato un notevole successo di pubblico, hanno partecipato, infatti, una quarantina di persone.

Questo tour tra i misteri della Torino esoterica è stato organizzato dalla associazione culturale NuovaMente di Biella, il cui presidente Alberto Serena è cultore di studi di parapsicologia.

Il professor Lodovico Ellena, puntuale e garbato studioso della Torino segreta, ha fatto da guida con linguaggio erudito ma accessibile e piano. Ha esposto episodi inerenti alla sfera del paranormale con tono equilibrato, senza manifestare un isterico razionalismo e neppure una sconfinata credulità. Ci ha ricordato una frase attribuita a Benedetto Croce a proposito della superstizione: ‘‘Non è vero, ma prendo le mie precauzioni’’.

La miglior conclusione pare una citazione dello stesso professor Ellena: “Torino città magica, Torino dei misteri, Torino satanista, Torino occulta, Torino esoterica: cosa c’è di vero in tutto ciò? Indubbio un fatto: Torino è una città atipica che ha affascinato scrittori, artisti, filosofi e registi tanto che la sua atmosfera - colta appena sotto la superficie - lascia realmente straniti gli spiriti più vigili e sottili”.

 

 

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Articolo pubblicato il 05/06/2013