“Non ci sono più i gatti di una volta…”

Conferenza tenuta dal dottor Maurizio Alliani, veterinario ed esperto di comportamento animale

Mercoledì 29 maggio si è conclusa la mostra “Attenti ai gatti! Gatti da ammirare e da collezionare”, organizzata dalla Biblioteca della Regione Piemonte, con la conferenza “Non ci sono più i gatti di una volta…” tenuta dal dottor Maurizio Alliani, veterinario ed esperto di comportamento animale.

 

La conferenza è stata introdotta dal consigliere regionale Gianfranco Novero che, con il ricordo personale dei gatti che accorrevano quando la nonna procedeva alla mungitura delle sue bovine, ha contribuito a illustrare il gatto di una volta: un po’ randagio, sempre alla ricerca di cibo, spesso diffidente nei confronti degli umani…

 

Il dottor Alliani ha risposto al consigliere Novero che il gatto, animale molto abitudinario, acquisisce molto facilmente le abitudini che gli portano dei vantaggi, come ricevere una parte del latte munto.

 

Alliani ha dato inizio alla sua conferenza ricordando che attualmente gli studiosi retrodatano l’inizio del rapporto del gatto con l’uomo che, in passato, era indicato risalire a 4.000 anni or sono in Egitto. Qualcuno parla addirittura di 100.000 anni, forse esagerando, ma pare ragionevole l’ipotesi di 12.000 - 14.000 anni, cioè di una convivenza domestica simile a quella del cane.

 

Antenato del gatto domestico sarebbe il gatto africano (Felis lybica). La selezione genetica ha incrementato le relazioni del gatto con l’uomo, che lo ha utilizzato inizialmente per la caccia ai topi. Ma in questo campo permangono ancora molte incertezze, tanto che qualche studioso ha affermato che “l’unica cosa sicura è che la domesticazione è ancora un mistero”.

 

Alliani ha ricordato la diffusione dei gatti nelle varie nazioni. I dieci Paesi del mondo con le popolazioni di gatti più elevate sono gli USA, la Cina, la Russia, il Brasile, la Francia, l’Italia, la Gran Bretagna, l’Ucraina, il Giappone e la Germania.

L’Italia conta oggi 9.400.000 gatti, e il loro numero supera quello dei cani.

 

Si apre così il discorso del nuovo ruolo del gatto nella nostra vita quotidiana, soprattutto nelle città. Per le persone sole o per le famiglie a lungo fuori casa per lavoro, la “gestione” di uno o più gatti in appartamento è più agevole rispetto a quella del cane. Il gatto, inoltre, sopporta meglio la solitudine rispetto al cane.

 

I periodi di sviluppo del gatto comprendono il periodo fetale in utero, il periodo neonatale (dalla nascita alle due settimane di vita), un periodo transazionale, di incerta definizione, tra la fine del periodo neonatale e quello di prima socializzazione.

La socializzazione va dalle due alle sette settimane, anche fino a dieci, è un periodo importante in cui si forma buona parte del carattere dell’animale.

 

Nella quarta e quinta settimana la socializzazione è intraspecifica, cioè con altri gatti, e successivamente diviene interspecifica, cioè con altri animali e con l’uomo. L’età ideale per l’adozione di un gattino è quindi intorno ai 60 giorni.

La socializzazione insegna al micino a modulare la propria aggressività: interviene mamma gatta, con opportune “lezioni”, e agisce anche la convivenza con gli altri componenti della cucciolata.

 

Vi è poi un periodo giovanile, dai due mesi alla pubertà. Questa varia notevolmente, soprattutto con la razza, dai quattro ai dieci mesi e, in questo periodo, il gatto è paragonabile ad un ragazzo adolescente, con atteggiamenti da bulletto e di sfida ai genitori. Segue un periodo in cui il gatto sessualmente maturo si avvia all’età adulta, fra diciotto mesi e quattro anni. Si parla allora di una maturità “sociale” e il carattere del gatto appare definito.

 

Il conferenziere ha poi parlato dei mezzi di comunicazione del gatto che sono visivi, olfattivi e vocali, ed ha illustrato il suo comportamento normale e patologico.

 

Il pubblico, molto numeroso ed attento, alla fine ha letteralmente assediato il dottor Alliani per fargli domande ed esporgli casi personali riguardanti i propri adorati micini.

 

La conferenza del veterinario ha degnamente concluso una mostra e un ciclo di conferenze, a carattere artistico e letterario, dedicate ad un animale molto amato ma anche molto odiato, sempre enigmatico e affascinante.

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Articolo pubblicato il 03/06/2013