“Passeggiata in via del Carmine e dintorni alla ricerca di Juvarra”

Interessante iniziativa della Scuola “Federico Sclopis” per il Progetto “La Scuola Adotta un Monumento”

Domenica 26 maggio, al pomeriggio, nell’ambito del Progetto “La Scuola Adotta un Monumento”, la Scuola “Federico Sclopis”, situata in via del Carmine 27, ha organizzato una interessante iniziativa, la “Passeggiata in via del Carmine e dintorni alla ricerca di Juvarra”.

 

Ha fatto da guida Piergiuseppe Menietti, ex allievo della Sclopis noto per le sue ricerche storiche e artistiche dedicate a Torino, affiancato dai piccoli allievi delle prime tre classi elementari.

 

Per interessare questi allievi all’iniziativa e far loro comprendere aspetti della vita del passato in modo da coinvolgerli, le loro maestre hanno escogitato “La strana storia di Pietro e Filippo”, un racconto che immagina Pietro, bambino dei nostri giorni, magicamente trasportato nella Torino del 1713, diviene paggio di Vittorio Amedeo II, re di Sicilia: lo accompagna a Palermo e assiste all’incontro con l’architetto Filippo Juvarra.

 

Questa storia ricorda certi racconti del “Corriere dei Piccoli” degli anni ’50, dove un bambino è protagonista di avvenimenti storici delle più diverse epoche, a fianco dei reali personaggi storici adulti.

 

Gli allievi della Sclopis hanno illustrato “La strana storia di Pietro e Filippo”, con una serie di disegni e, lungo il percorso, hanno letto a turno il testo del racconto.

 

Descriviamo questa passeggiata sulla base del pieghevole realizzato dalle classi 1 A, 2 A, 3 A, con la supervisione delle insegnanti Simona Castangia, Franca Corino, Lidia Gambino, Margherita Palmesano e Maria Elena Revelli.

 

L’itinerario alla ricerca di opere progettate dal grande architetto Juvarra nei pressi dalla scuola Sclopis, si è svolta nel tratto più antico della via del Carmine, compreso tra corso Valdocco e piazza Savoia. Abbiamo così visto i Quartieri Militari, costruiti nel 1719 e considerati le più eleganti caserme d’Europa, poi una elegante palazzo che è stato costruito nel 1932 nel luogo dove sorgeva la villa con giardino dove abitava l’architetto Juvarra.

 

Si tratta dell’isolato compreso fra le attuali vie Santa Chiara, dei Quartieri, Piave e San Domenico, dove vi era l’ingresso principale. Oggi ci restano i disegni di questa elegante abitazione ed un plastico realizzato dall’architetto torinese Gianfranco Gritella, autorevole studioso di Juvarra.

 

Ci siamo poi recati alla Chiesa della Consolata, basilica che ebbe una lunga evoluzione e dove Juvarra lavorò portando un significativo contributo, e successivamente in piazza Savoia e alla Chiesa del Carmine, inaugurata nel 1736, uno dei tanti capolavori di Juvarra, ma con facciata ottocentesca.

 

Questa iniziativa si riallaccia ai temi della “Torino noir”, per quanto concerne le vicende della villa di abitazione di Juvarra. Questa era stata costruita nella “isola di San Fedele”, così era allora indicato l’attuale isolato: il terreno era un dono che il Re Vittorio Amedeo II aveva fatto nel 1728 al suo architetto.

 

Juvarra vi costruì due edifici a tre piani, uniti da un giardino quadrato: nel primo, sulla via San Domenico, collocò il suo studio e, nel secondo, la sua abitazione dove visse fino al 1735, quando si trasferì a Madrid.

 

Questa elegante casa venne poi acquistata dai Savoia, cambiò più volte di proprietà, decadde e la sua progettazione juvarriana venne dimenticata. Vi furono collocate le Carceri Forzate e divenne una prigione femminile modello ad opera della Marchesa Giulia di Barolo.

 

Le Forzate furono chiuse nel 1870, con la messa in funzione delle Carceri Nuove. Dalla fine dell’Ottocento, l’edificio juvarriano ospitò per un certo periodo il commissariato di Polizia della Sezione Moncenisio. Nel 1932, infine, venne demolito e sostituito dall’attuale costruzione.

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Articolo pubblicato il 28/05/2013