Ubuntu potrà mai essere un vero successo?

La strategia a lungo termine di Canonical rimane centrata sulla convergenza: un singolo sistema operativo pensato per funzionare su smartphone, tablet e PC. Ma a questo proposito un dubbio ci assale: Ubuntu potrà davvero avere successo nel mercato consumer senza investimenti milionari sul mercato?

Fonte: Mobilejournal.net

A dire il vero, negli ultimi dieci anni Ubuntu è riuscito a far innamorare di sé milioni di persone, ma buona parte di questo successo è dovuto al cambiamento della cultura del PC: sviluppatori, hacker, power users e anche diversi consumatori sono disposti a migrare i propri PC e Mac da un sistema operativo (come Windows o Mac OS X) a Linux.

In effetti, anche quando Windows 95 monopolizzava il mercato, emergevano delle alternative con Linux capaci di proporre un’esperienza “open”, nella quale gli utenti potevano facilmente aggiornare/modificare e miscelare tra di loro diversi tipi di hardware e software. Spostiamo adesso la nostra attenzione verso i nuovi smartphone e tablet. Molti di essi sono pensati come device chiusi. I veri geek sanno come cambiare il sistema operativo con un altro, ma la maggior parte degli utenti consumers e business non ha assolutamente idea di come effettuare questa migrazione, né tantomeno hanno idea del perché dovrebbero farla. In pratica alcuni utenti installano Ubuntu sui propri device, la maggior parte invece continuano a disperarsi con il sistema operativo che il produttore ha installato su di essi.

E questo ci riporta a bomba su ciò che dicevamo all’inizio: per avere davvero successo Ubuntu ha bisogno di sforzi di marketing che possono costare molti milioni di dollari. Google, ad esempio, ha realizzato una campagna TV per promuovere il proprio browser. Mark Shuttleworth, il fondatore di Canonical, ha investito milioni di dollari, probabilmente di tasca propria, per riuscire a rendere Ubuntu un sistema operativo con un discreto successo sia su sistemi desktop che su server. Ma adesso avrà le risorse (e magari anche l’appoggio di produttori di smartphone e tablet) per rendere Ubuntu un marchio di successo tra i consumatori?

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Articolo pubblicato il 27/05/2013