Pianeta Toro - Un punto vale la Serie A
La curva granata (Foto Torino FC)

Nelle ultime due gare basta non perdere

Con i ma, i se, i forse ed i perchè non si va da nessuna parte specie nel calcio, disciplina sportiva in cui non c'è nulla di certo nemmeno quando l'esito di una partita viene pronosticato da sedicenti tecnici, di cui è pieno il mondo, pronti poi a trovare attenuanti o improbabili giustificazioni quando l'oracolo viene smentito dai verdetti del campo.

L'ultimo match del Toro, quello di ieri con il Genoa che molti avevano bettezzato quale spareggio per restare nella massima divisione, ha confermato le strategie mediatiche suggerite via etere dall'insieme dei risultati che si andavano consolidando sui terreni a rischio.

E quindi non c'è da stupirsi se il Popolo granata non è soddisfatto della prova dei loro beniamini, ma, e sottolineo ma, il succo dell'incontro era fare punti e non prendere a pochi minuti dal termine quel gol che avrebbe messo in serio pericolo un anno discreto, nel complesso, di attenta applicazione al gioco suggerito da Mister Ventura.

Tutto ciò non è il massimo, ma, ancora ma, i tifosi torinisti sono abituati a soffrire, fino all'ultimo, e ciò li rende ancor più forti e attaccati alla squadra, comunque vadano le cose.

Del pericolo retrocessione, in verità, non si è mai parlato, ma, insisto ma, l'imponderabile è sempre in agguato e quando presenta il conto ci vuole molto fieno in cascina sì da far fronte senza particolari angosce.

Domenica in quel di Verona contro il Chievo, ormai salvo, e l'ultima contro il supersalvo Catania dovrebbero, il condizionale è d'obbligo, dare quella certezza di restare fra le grandi del calcio italiano anche se, scusate il se, nella coda di una classifica che non fa certo onore alla gloriosa tradizione cittadina che pochi giorni or sono si è ritrovata in quel di Superga per ricordare il mitico ed indimenticabile Grande Torino.

Ed è in nome dei Mazzola, Gabetto, Ossola e tutti gli altri atleti scomparsi lassù in quel tragico 4 maggio che il Toro i deve onorare la fine di questo campionato con la certezza che non è fatta di se, ma , forse e perchè bensì della consapevolezza dei propri mezzi ed ancor più di quell'orgoglio che un tempo si chiamava "tremendismo granata", quello stesso che in breve tempo risolveva qualsiasi situazione capovolgendo incredibilmente situazioni che parevano irrecuperabili.

Questo era il Toro e questo è il Toro che i tifosi pretendono, giustamente perchè la fede non è un semplice stato d'animo!

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Articolo pubblicato il 09/05/2013