"Torino Guinnes for record: 1° per inquinamento - 1° Per debiti comunali - 1° Per violenza e numero di centri sociali"

Lo sottolinea con fermezza il Consigliere regionale FdI Massimiliano Motta

Esprimo tutta la mia solidarietà al Generale dell’arma dei Carabinieri della Regione Piemonte e Valle d'Aosta Pasquale Lavacca per l’ignobile e vile gesto di lunedì, ad opera di alcuni estremisti.

Un episodio di violenza assolutamente gratuito passato quasi inosservato, ma che in realtà è un gesto alquanto emblematico.

Questo ulteriore attacco allo stato è necessariamente simbolo e figlio di una violenza antagonista, una frangia estremista che cerca pretesti solo per minare la democrazia civile, frange che decidono dove e quando protestare, cosa sia giusto o meno, decidono loro autonomamente fregandosene delle regole del vivere civile.

Ed anche in questo caso un pretesto, anzi due, quello legato all’arresto della NO TAV di Chiomonte nel 2011  e l’altro relativo ad uno striscione da appendere.

Incappucciati e pronti all’assedio questi anarchici antagonisti; e mentre nel loro sito maldestramente continuano a ripetere di essere un popolo civile, in realtà ben sappiamo le oramai note e inqualificabili azioni in Valle di Susa, sappiamo chi sono, sappiamo che basta poco per scatenare scontri frontali con le forze dell’ordine che altro non fanno che il proprio dovere.

Ed il problema dei centri sociali di Torino, la città che ne raccoglie il maggior numero e ne permette il prolificare più di ogni altra in Italia, è stato più volte da me trattato ed esposto.  Dicono che i centri sociali per denominazione e scopo dovrebbe essere un luogo di “servizio”, fulcro di iniziative culturali, sociali, politiche di ogni tipologia e forma ma pacifiche, un luogo da dove far nascere idee … ma non è così, è evidente. Il problema è chi occupa il centro sociale, il problema è questa gente che da dentro progetta azioni criminose e dannose per l’intera collettività.

Questa gente, gli antagonisti, parlano ancora di giustizia, lealtà e democrazia, si vede in che democrazia credono, in quella delle loro regole, chi è fuori il giro, chi non è dalla loro è da attaccare, basti pensare ai Si tav della valle che non “possono” manifestare, che sono da perseguitare, da insultare,  o ai sindaci che ricevono lettere e minacce di morte.

A quando la reazione delle istituzioni?

Bisogna sempre aspettare l’estremo e l’inevitabile … in questo caso l’evitabile?

 

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Articolo pubblicato il 09/05/2013