I cinesi, Telecom Italia e il modello Hollande

La Francia si rifiuta di vendere Dailymotion agli americani di Yahoo. E l'Italia che cosa risponderà ai cinesi di H3G, interessati a Telecom?

Fonte: Zeusnews.it

In Francia il ministro per il Rilancio economico ha detto no alla vendita da parte di France Télécom della società Dailymotion agli americani di Yahoo.

Dailymotion è una sorta di "YouTube d'oltralpe", e l'azienda guidata da Marissa Mayer s'era detta interessata a rilevarne il 75%.

Per il ministro Arnald Montebourg, quarantenne esponente della sinistra del Partito Socialista al governo (somiglia molto politicamente a Stefano Fascina del PD italiano) Yahoo avrebbe potuto al massimo rilevarne il 50%.

I manager di France Télécom hanno protestato per l’ingerenza governativa ma si sono dovuti adeguare: l'operatore è di proprietà dello Stato francese per il 40% ed è il governo a nominarne i vertici. Per il Partito Socialista francese la difesa degli interessi nazionali dall’attacco delle multinazionali è una priorità ideologica.

Viene da chiedersi come si comporterà, in Italia, il governo Letta rispetto all’ipotesi di una vendita del 10% di Telecom Italia ai cinesi di H3G, i quali puntano a rilevare altre azioni fino al 29,5 del capitale, sostituendo così Telco (il patto fra Telefonica, Banca Intesa e Generali che oggi controlla Telecom Italia).

Certo lo Stato italiano non possiede più azioni Telecom Italia ma solo la "golden share", ossia la possibilità di porre veti, per la difesa dell’interesse nazionale, sulla cessione delle reti di telecomunicazioni; eppure non esiste ancora il regolamento di attuazione di questo potere.

L’8 maggio prossimo il gruppo di lavoro sulla fusione H3G-Telecom Italia riferirà al consiglio di amministrazione Telecom, il quale poi assumerà la decisione finale, che potrebbe comprendere anche l’accordo con il fondo della Cassa Depositi e Prestiti per la rete in fibra ottica.

Nell’ultima edizione di Vedrò, il meeting promosso dal nuovo presidente del Consiglio Enrico Letta, ospite d’onore e sponsor della manifestazione è stato il presidente esecutivo di Telecom Italia Franco Bernabè; dunque il premier dovrà mostrare tutta la consueta prudenza per apparire il più possibile rispettoso dell’autonomia di una grande azienda privata quale è Telecom Italia ma anche difensore dell’interesse nazionale.

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Articolo pubblicato il 07/05/2013