Messaggio di Monsignor Cesare Nosiglia per i 1° maggio
IL Duomo di Torino

"Stringersi gli uni agli altri"

In questi ultimi anni la Festa dei Lavoratori è stata vissuta
condividendo la preoccupazione per il futuro e la fatica nel creare
nuova occupazione. Anche quest’anno viviamo gli stessi sentimenti, ma non vogliamo essere tentati dallo scoraggiamento che ci porterebbe a non vedere i segni di speranza già presenti o ad avere il necessario coraggio nel ricercare le soluzioni ai problemi che sappiamo essere molto complessi.

Vivere la Festa dei Lavoratori, oggi, ha il significato di «stringersi
gli uni agli altri», riconoscendosi innanzitutto uomini e donne che
nel lavoro e nel suo senso profondo trovano la loro identità di
persone. È anche per questo che camminare insieme nella ricerca della soluzione a problemi complessi vissuti sul nostro territorio ha come orizzonte la realizzazione della fondamentale dimensione del lavoro quale via insostituibile per promuovere la persona e rea-lizzare il bene comune.

La Festa dei Lavoratori è tempo di riflessione, ma anche di stimolo
all’agire, che però deve avere come pre-condizione la sincera ricerca
della giustizia di fronte a un fenomeno sempre più preoccupante che
riguarda la distribuzione della ricchezza, spesso non utilizzata da
chi la possiede per creare lavoro, ma per desiderio di accumulo
egoistico e sete di potere.

In un mondo caratterizzato da sistemi sempre più complessi,
l’individualismo esasperato e la logica del puro interesse personale
sono fattori limitanti per affrontare problemi che richiedono il
contributo concorde di persone con formazione, cultura e competenze diverse e complementari.

- I mali di Torino

I mali dell’Italia e di Torino si curano in un solo modo: tornando a
crescere bensì dal punto di vista produttivo, ma anche nella
consapevolezza che questa crisi ha radici profonde e culturali.
Perciò, se l’obiettivo è lo sviluppo, esso va inteso in un’accezione
completa e anche innovativa rispetto al passato, pur riconoscendo che
la storia del nostro territorio è profondamente connotata dalla
cultura manifatturiera e da una capacità innovativa di interessare ai
propri prodotti i mercati esteri. Rimane quindi indispensabile, per
creare lavoro, rilanciare gli investimenti proprio in quei settori
intorno ai quali ruota il sistema produttivo del nostro territorio
insieme all’agricoltura, al turismo e ai servizi. Per rilanciare il
settore manifatturiero torinese bisogna continuare a sviluppare
condizioni di eccellenza scientifica, tecnologica e industriale
fortemente connesse tra loro, in una logica di cooperazione
finalizzata all’innovazione di prodotti e processi produttivi tra loro
integrati.

- La qualità

Diventa essenziale stimolare e premiare il contributo delle persone
all’innovazione e al miglioramento della qualità, non solo dei
prodotti, ma anche dell’ambiente in cui opera l’impresa. Occorre
mobilitare e valorizzare al massimo livello le energie positive e la
propositività di ogni attore coinvolto, sia esso un centro di ricerca,
un’università, una piccola o una grande impresa, in uno sforzo comune
per l’innovazione e la competitività dell’intero sistema territoriale.
Per tutto questo c’è bisogno della condivisione e del sostegno fattivo
di tutte le componenti della società che intendono operare con senso
di responsabilità e nell’interesse comune.

Nel contesto attuale, tale cammino non può prescindere dalla
valorizzazione delle potenzialità insite in un sistema imprenditoriale
responsabile, aperto alla collaborazione e all’innovazione. Per
realizzare tutto questo è necessario ascoltarsi reciprocamente e la
Chiesa torinese vuole continuare a fare la sua parte nel favorire
questa ricerca comune: la Festa dei Lavoratori è anche il momento in
cui è possibile fare verifica insieme sullo stile di collaborazione
che si sta vivendo fra le diverse parti sociali, ciascuno con la
propria responsabilità.

Profondamente legata al lavoro è la famiglia che tanto risente, nella
sua formazione e nel suo cammino, di questa dimensione che non deve
mancare. Il lavoro per la famiglia, come per la persona, non è solo
fonte di reddito, ma di identità e di futuro, al quale i giovani in
particolare continuano a guardare con grande preoccupazione. Su questi
temi si concentrerà la Settimana Sociale dei Cattolici italiani, che
vivremo a Torino nel prossimo mese di settembre: un’ulteriore
occasione di scambio e di stimolo della Chiesa alla società civile
perché il lavoro sia considerato non solo quando manca, ma nel sul suo
senso profondo per coloro che lo creano e per coloro che vi
partecipano nei modi più diversi.

Ed è proprio agli imprenditori che desidero rivolgere un mio
incoraggiamento particolare come categoria di lavoratori impegnati a
rispondere a una vocazione straordinaria che richiede passione, ma
anche sostegno da parte di tutti. La solitudine vissuta nei momenti di
difficoltà risulta anche per loro, come per tanti lavoratori in
mobilità o in cassa integrazione, un’ulteriore motivo di
scoraggiamento ed è per questo che l’attuale Festa dei Lavoratori deve
connotarsi con l’impegno di «stringersi gli uni agli altri», al di là
degli interessi di parte, perché nessuno rimanga solo nella fatica e
nella ricerca di soluzioni ai problemi.

Con questo messaggio desidero incoraggiare anche tutti gli attori
della vita economica, sociale e politica a sentire la responsabilità
della ricerca del bene comune anche nel mondo del lavoro, ponendosi
nell’atteggiamento che scaturisce dalla speranza cristiana fondata su
Gesù Risorto e offrendo la propria testimonianza come discepoli del
Signore negli ambienti nei quali siamo chiamati a vivere anche come
lavoratori.

Invochiamo la Vergine Maria e San Giuseppe, che hanno custodito e
fatto crescere Gesù anche nella dimensione del lavoro, perché
proteggano tutti i lavoratori e coloro che sono alla ricerca di
un’occupazione.

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Articolo pubblicato il 01/05/2013