Libertà e Democrazia
Giorgio Napolitano, primo Presidente della Repubblica Italiana ad essere rieletto a fine mandato

Le peculiarità che troppe volte difettano a chi, eletto ad una qualsiasi carica istituzionale, dovrebbe rappresentare tutti i cittadini e non soltanto alcuni

Dopo l'avventura elettiva per la massima carica dello Stato, ci soffermiamo a considerare l'atteggiamento assunto da chi, sconfitto dall'esito delle urne parlamentari e quindi dall'espressione di una maggioranza in virtù di libertà e democrazia, scende in piazza aizzando le folle alla protesta per presunti accordi tesi ad annullare una parte della "stanza dei bottoni".

Atteggiamento pericolosissimo in un periodo in cui l'esasperazione la fa da padrone specialmente fra i giovani che intravedevano un qualcosa o qualcuno che avrebbe risolto i loro problemi esistenziali ed occupazionali e si sono ritrovati con gli stessi soggetti alle prese con i "vizietti" di alcuni loro predecessori o compagni di viaggio istituzionale.

Ci viene allora da pensare ad una premeditata condotta di protesta tesa a distruggere qualunque ostacolo si frapponga al progetto di innovazione, di uscita dai vecchi retaggi, di pulizia da essi stessi definito a priori e che di fatto ha paralizzato l'attività parlamentare in attesa dell'"Ecce Homo!". 

Parlare di Golpe ci pare alquanto fuori luogo se non addirittura un vilipendio all'intesa raggiunta, indipendentemente dalla scelta, per sbloccare una situazione di stallo e mettere alla prova i designati nuovi "salvatori della patria".

Sarebbe stato molto più Democratico riconoscere l'espressione di una maggioranza raggiunta "per il bene del Paese" ed affilare le armi per una Democratica azione di verifica e controllo sul prossimo operato a venire; sì, giacchè dalla conferma di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica scaturirà sicuramente il nuovo Governo nazionale che dovrà dare risposte e soprattutto risultati concreti che non si limitino alle consuete promesse non mantenute per effetto di opposizioni trasversali fini a se stesse.

Ma anche questa è Libertà di espressione, o di che si voglia, per cui contestarla ricorrendo alle manifestazioni di piazza è fortemente lesivo verso una Democrazia che fa fatica a restare tale nonostante i quotidiani sbandieramenti di parte.

Certo c'è da dire che ,dopo l'esito delle ultime elezioni politiche, chi ha ottenuto un ottimo riscontro numerico pensava ormai di poter dare il via ad un radicale, ci scusi l'On. Pannella, cambiamento di gestione della "cosa pubblica", ma la storia insegna che le modifiche, sempre in virtù della Democrazia, hanno una lunga incubazione che va meditata profondamente prima di creare danni superiori a quelli esistenti, sempre riferendosi alla presunzione di chi così drasticamente vorrebbe imporre un taglio netto senza possibilità di replica.

Abbiamo infine assistito ad una fine della "campagna di rottamazione" ancor prima che iniziasse, all'immolazione sull'altare presidenziale di nomi illustri, che ormai appartengono al passato, da parte dei loro sedicenti sostenitori.

Ora siamo in attesa delle prime mosse concrete: sulla scacchiera tricolore i "Pezzi" devono stabilire le mosse per dare scacco matto al presente accettando tuttavia il movimento talvolta sottovalutato dei pedoni che di fatto aprono loro la strada verso la meta.

Per molti non resta che leccarsi le ferite e capire che la Democrazia impone il non veto ed ugualmente esclude il non voto!

Forse questa è la chiave di volta per ridare all'Italia un rinnovato credito internazionale e agli Italiani la certezza che chi governa lo fa per il bene comune e non per quello personale o partitico che dir si voglia.

                                                                                                                                       Massimo Calleri

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Articolo pubblicato il 21/04/2013