Facebook, l'insulto non è diffamazione

Il social network si può equiparare a un mass media o i post in bacheca attengono alla sfera privata?

Fonte: Zeusnews.it

Facebook è uno spazio pubblico o privato? La risposta a questa domanda non è oziosa, perché da essa possono persino scaturire conseguenze legali.

Il problema è che la giurisprudenza non sembra essere unanime. Alcuni mesi fa una donna che aveva criticato sul social network il proprio datore di lavoro era stata condannata da un giudice di Livorno per diffamazione a mezzo stampa.

Dalla Francia, invece, arriva ora un'interpretazione opposta: secondo la Corte di Cassazione d'oltralpe, infatti, Facebook non può essere pacificamente assimilato a un mezzo pubblico (come la televisione, o un giornale).

Sul social network - ragiona la Cour de Cassation - i post pubblicati in bacheca sono generalmente destinati agli amici, e dunque a una sfera privata e ristretta (sebbene ciò non sia automaticamente e strettamente vero): chi li pubblica non intende comportarsi come, per esempio, un giornalista che esprima lo stesso concetto scrivendo per la propria testata.

Ha così dato ragione a una donna che, trascinata in tribunale dalla datrice di lavoro per aver scritto su Facebook che augurava «lo sterminio di tutte le direttrici come la mia», sosteneva la propria innocenza: l'insulto non può essere considerato diffamazione.

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Articolo pubblicato il 19/04/2013