Palazzine ex Moi occupate: la rabbia dei cittadini è per le istituzioni
Una delle palazzine occupate

400 rifugiati occupano le ex residenze olimpiche. I cittadini:”il Comune ha sbagliato la gestione”

Che il Comune avesse sbagliato la gestione delle strutture olimpiche, era chiaro già da tempo. Ora risulta ancora più evidente. Tre palazzine, facenti parte del villaggio olimpico, sono state occupate da circa 400 rifugiati, i quali, sfruttando l'abbandono di questi stabili, se ne sono appropriati. Tutto questo grazie all'aiuto di alcuni centri sociali e associazioni torinesi. Gli occupanti denunciano la mancanza di beni di prima necessità. Le strutture si presentano tanto misere all'interno, quanto pericolanti e decadenti all'esterno: si notano immediatamente pezzi d'intonaco che si staccano dalle pareti esteriori, uniti ad una serie di crepe; il livello di degrado e di sporcizia all'interno è evidente. Queste strutture, costruite per “Torino 2006”, sono rimaste inutilizzate dalla fine giochi; la decadenza che mostrano è anormale per la loro “giovane età”. Verrebbe da chiedersi il perché del loro elevato costo, in un rapporto qualità-prezzo, e soprattutto il perché del loro scarso utilizzo.

Chiaramente, tutto ciò ha portato conseguenze e reazioni da parte del quartiere in cui sorgeva il villaggio olimpico adesso occupato. I commercianti della zona si sono detti danneggiati dalla presenza degli occupanti, in quanto questa produrrebbe un impoverimento e decadimento della zona e quindi una minor affluenza da parte di clienti. Inoltre, questo provocherebbe un calo nel valore degli immobili. Le polemiche maggiori sono verso le istituzioni.

Perché il Comune non ha destinato queste strutture agli italiani chi ne avevano bisogno?

si sfoga un commerciante della zona, che ha preferito rimanere anonimo: 

"queste persone occupano illegalmente e la polizia non interviene neanche se chiamata”.

La tensione sociale è provocata dal senso di ingiustizia che pervade residenti e commercianti. Un commerciante racconta:

Gli occupanti usufruiscono di servizi quali luce e riscaldamento, senza pagare e gravando sugli altri cittadini”.

Inoltre, il modo con cui è stato preso possesso delle palazzine crea maggior rabbia nei residenti:

Io pago l'affitto e le bollette, mentre queste persone si sono presi una casa senza pagare- si lamenta un signore del quartiere- la polizia non interviene, ma se l'avesse fatto un italiano?” .

Quasi tutti gli intervistati dichiarano di non aver subito particolari disturbi diretti da parte degli occupanti. Fa eccezione il gestore di un'attività, che dichiara di aver subito atti di vandalismo, da ricondurre a tali persone. Molto chiara è l'opinione di Sciandrone Gianni (gestore del Bar che si trova davanti alle palazzine) che, riguardo il comportamento dei rifugiati, dichiara:

Finora la situazione è buona, in quanto a loro fa comodo così. Finché avranno i soldi, andrà bene. Poi vedremo...”.

La situazione di via Giordano Bruno è tanto chiara, quanto complessa. Lo sfogo dei cittadini è comprensibile e diretto. Le cause che hanno condotto a questo sono, senz'altro, molteplici. Probabilmente a capo ci sono errori commessi anni fa: una gestione comunale sbagliata in passato, che continua per gli stessi binari. A tutto ciò è legata la situazione attuale, la quale vede i rifugiati trovare, in qualsiasi modo, un posto in cui vivere.

Da questo devono conseguire delle riflessioni: è giusto prendersi illegalmente ciò che altrimenti non verrebbe concesso? È giusto che l'amministrazione locale non intervenga per tutelare le parti in causa? Questa situazione è il mezzo o il fine? Come potrà variare le situazione, se non si prenderanno provvedimenti nel prossimo futuro?

Detto questo, bisogna sperare nell'intervento di coloro a cui questo compete, affinché sia tutelata la giustizia, siano garantiti i diritti e siano rispettati i doveri.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 16/04/2013