L'accesso al Web come diritto fondamentale
Stefano Rodotà

In una delle ultime conferenze di Biennale Democrazia, Stefano Rodotà parla dell'accesso al Web come diritto da garantire

 

Ieri si è conclusa la terza edizione di Biennale Democrazia, riportando il solito grande successo di pubblico, in una città come Torino in cui eventi di questo tipo sono ormai un fiore all'occhiello del capoluogo piemontese.

Di scena, assieme a Ferruccio De Bortoli e a Juan Carlos de Martin, è stato, nell'incontro di ieri pomeriggio, il grande giurista Stefano Rodotà, che da anni si occupa ormai di questioni legate alla privacy e all'accesso del Web.

Il Web esiste ormai da un ventennio e non è possibile non considerare l'accesso alla rete un diritto fondamentale di ogni individuo, dal momento che, sia nell'utilizzare i servizi della pubblica amministrazione sia nella volontà dell'individuo di partecipare attivamente al sapere del Web, l'accesso alla rete viene a considerarsi un diritto costituzionalmente garantito, o almeno questo è quello che propone da anni il Professor Rodotà.

L'idea è quella, addirittura, di emendare l'articolo 21 della nostra Costituzione affinché venga esplicitamente indicata l'indispensabile utilità di poter accedere alla rete da parte di qualsiasi cittadino.

Rodotà propone l'interessante paragone con l'accessibilità all'acqua. Essa è quanto di più vitale abbia bisogno ciascun uomo e allo stesso modo deve esserlo l'accesso alla conoscenza da parte di tutti, così come ebbe già a sostenere Diderot centinaia di anni fa, dal momento che conoscenza, cultura, partecipazione debbono nel ventunesimo secolo essere qualcosa di imprescindibile per ciascuno di noi.

Tuttavia, è altresì importante che chi usa la rete sia consapevole del fatto ad esempio che non tutto ciò che in essa si trova è vero, dal momento che viene riempita di contenuti da chiunque; allo stesso modo, bisogna che ognuno di noi si renda conto che dietro l'accesso gratuito a molti siti si maschera l'utilizzo dei nostri dati sensibili diffusi a venduti a società per fini pubblicitari.

Dunque web per tutti ma anche consapevolezza del mezzo da far conoscere a tutti: questi sono i compiti che uno Stato moderno deve svolgere al fine di colmare quel digital divide che vede il nostro paese un po' troppo indietro rispetto a quelli più avanzati come il nostro.

Non possiamo terminare ricordando che per il prossimo anno è prevista una nuova iniziativa dal suggestivo titolo Biennale Scienza: dove c'è cultura, dunque, Torino non si ferma mai.

 

 

 

Marco Pinzuti

 

 

 

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Articolo pubblicato il 15/04/2013