Quale rivoluzione apre alla vita?

Conferenza - Mercoledi 17 aprile alle 21 nelle sale dell’Educatorio della Provvidenza in Corso Trento 13 a Torino

Conferenza

Quale rivoluzione apre alla vita?

 

 

Dopo la prima conferenza del 20 marzo, per la maggior parte centrata prevalentemente su temi scientifici, quella di mercoledì 3 aprile scorso, organizzata sempre dal Lectorium Rosicrucianum, è stata una serata nella quale si è voluto introdurre il tema, sentito da molti, relativo alle cause che possono condurre all’incertezza del vivere, nonché alle prospettive e alla necessità di un nuovo paradigma che trova la sua base sulla conoscenza più profonda dello strumento umano.

 

Conoscenza di sé che, come è stato ampiamente prospettato, va certamente oltre le metodologie psicologiche conosciute. L’apertura al dialogo con il folto pubblico presente ha reso più dinamico e stimolante quanto è stato proposto nel corso dell’atteso incontro.

 

Mercoledi 17 aprile, sempre alle 21 nelle sale dell’Educatorio della Provvidenza in Corso Trento 13 a Torino, si svolgerà il terzo di questi interessanti incontri che ha per titolo:

 

Quale rivoluzione apre alla vita? - Andare oltre la percezione della mancanza, che ci incuriosisce in modo quasi provocatorio.

Infatti, il titolo che il Lectorium Rosicrucianum ha voluto dare a questo terza serata, appare forse strano e di difficile comprensione. Certo, molti oggi parlano e teorizzano di rivoluzione intesa come cambiamento. Ma perché quei termini posti, non a caso, uno accanto all’altro, colpiscono non poco la nostra curiosità? Come può una qualsiasi “rivoluzione” aprire alla vita? Cosa si vuol dire con ciò? Non stiamo già forse vivendo la vita? Quale altra vita si potrebbe “aprire”?

 

Da quanto ci è dato sapere, verranno affrontate delle tematiche connesse alle prospettive di uno stato di coscienza che è possibile definire come “nuovo”, e che è possibile raggiungere attraverso la conoscenza profonda di quanto muove il sistema-uomo. Ciò pare essere estremamente più complesso e ricco di possibilità di quanto sia possibile immaginare.

 

E tutto questo, ci dicono, non attraverso sperimentazioni di tipo occulto o con l’aiuto di metodologie coercitive le quali tendono sempre a subordinare la volontà personale a quella di un presunto istruttore. Ma, esclusivamente, grazie a un diverso approccio cognitivo che in questo caso può essere raggiunto e sviluppato in assoluta liberta personale, nell’intima percezione che nel microcosmo umano sono presenti tutte le possibilità della vera Vita Nuova.

 

Giorgio Paderno

 

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Articolo pubblicato il 15/04/2013