Dall'innamoramento all'amore

Effetti neuro-psicologici

Nel precedente articolo “Innamoramento parte 1”, abbiamo detto che quando due persone si incontrano le prime volte, a livello cerebrale si innescano dei meccanismi che fanno sì che esse abbiano voglia di attaccare discorso: il mesencefalo incomincia a rilasciare dopamina, l’ipotalamo indica al corpo di inviare segnali di attrazione, si rinforzano i circuiti celebrali che collegano la sua presenza a sensazioni di benessere ed esplode la passione.

 

Ad ogni nuovo incontro, i livelli di dopamina aumentano intensificando il desiderio dell’altro, il ricordo del piacere provato e la voglia di provarlo ancora. Questi meccanismi celebrali non sono però visibili. Come possiamo sapere, dunque, di essere innamorati?

 

In generale, quando iniziamo a considerare un altro individuo come speciale e unico, abbiamo voglia di vederlo molto spesso (ovvero il più possibile), e quasi automaticamente mettiamo in gioco rituali di corteggiamento in seguito alla scelta di quel soggetto in particolare.

 

Nessun mammifero si accoppia con un conspecifico qualunque, in ogni momento è attivo un sistema di scelta della persona per lui migliore in quel momento.

 

Fenelli sostiene che ognuno di noi mette in atto particolari modalità di scelta dell’altro a seconda di quali bisogni desidera soddisfare in quel momento. Per esempio, si potrà scegliere una persona con il viso tondeggiante, le curve accoglienti e il volto rassicurante quando si ha bisogno di sicurezza, mentre una persona con i lineamenti più spigolosi se si cerca la sfida.

 

Ovviamente, detto ciò, non si deve cadere nel semplicismo poiché i meccanismi relazionali sono molto complessi e variano da individuo a individuo.

 

Coerentemente con queste affermazioni, J.O’Doherty e coll. hanno dimostrato che un viso attraente attiva automaticamente e in maniera consistente la corteccia orbito frontale. L’ipotesi derivata è che esso rappresenti una forma di autoricompensa e che questa ricompensa sia accentuata quando il viso mostrato è anche sorridente, il che ne enfatizza il valore premiante.

 

Infine, rinforzati dai meccanismi cerebrali, stiamo insieme ad una persona che ci piace e che abbiamo scelto ci viene voglia di costruire un progetto. Tuttavia, come tutto ciò che viene costruito, questo ‘stare insieme’ richiede anche fatica e qualche volta sofferenza, le quali, però, se ben compensate e bilanciate dagli aspetti positivi che il progetto porta nelle nostre vite, danno un significato a tutta la nostra esperienza.

 

Ce lo dicono anche le nostre nonne, potranno venire giorni in cui dovrete prendere delle decisioni difficili e allora, se non avete principi e valori comuni, il vostro progetto rischierà di saltare in aria.

 

In questo progetto d’amore, il sesso non rientra tra le cose importanti, bensì tra quelle indispensabili. Come possiamo però sapere che stiamo bene con una persona, facendo l’amore? Lo sentiamo “a pelle”, lo sappiamo con l’odore, lo capiamo da come si muovono le nostre mani, se stare l’uno nella pelle dell’altro ci da piacere.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 03/04/2013