Julian Assange si candida al Senato in Australia

Il fondatore di Wikileaks lancia via internet l'ennesima sfida dall'ambasciata della repubblica ecuadoriana dove si è autoconfinato e lascia intravvedere una certa creatività istituzionale. Anche all'estero la politica legata all'informatica ha i suoi vantaggi?

Fonte: Zeusnews.it

E' ufficiale: il fondatore di WikiLeaks si appresta a fondare in Australia unpartito politico che sosterrà la sua candidatura a senatore alle elezioni del prossimo metà settembre.

La notizia suscita poca meraviglia in un paese come il nostro, che di candidature politiche per sfuggire alla Legge ed escamotage costituzionali per sfuggire ai fatti ne conosce a bizzeffe; resta da vedere se anche nella seriosa Inghilterra l'eventuale elezione varrà a schiudere le porte dell'ambasciata londinese dove ammuffisce ormai da troppi mesi o se prevarrà la prassi consolidata nei secoli.

A voler credere a quanto sostenuto dal Canberra Times , il partito sarà finanziato da un magnate australiano che pare abbia già assunto Greg Barn , un anziano avvocato e membro del partito liberale quale responsabile della campagna elettorale, anche se dietro le quinte pare di intravvedere la mano e la testa del nuovo candidato.

A parte la dichiarata volontà di avvalersi della più avanzate tecnologie informatiche e di comunicazione di massa, resta da vedere se e quanto incideranno le eventuali capacità di scouting per convincere gli elettori, al di là delle sbandierate intenzioni di difendere i principi di trasparenza, libertà d'informazione, promozione dei diritti dell'uomo e via dicendo, che gli affabulatori del momento han sempre pronte in saccoccia per distribuirle come noccioline ai macachi.

Neppure innovativo appare il sostegno all'autodeter-minazione degli aborigeni, mentre un qualche interesse potrebbe forse destarsi tra le poche centinaia di abitanti dell'arcipelago di Torres ; sempreché gli uni e gli altri siano raggiungibili tramite le sofisticate tecniche pubblicitarie ormai comunemente messe in opera per vendere un prodotto o imporre un qualsiasi "imperativo categorico".

Infatti per poter presentare la propria candidatura Assange dovrà ottenere l'appoggio di almeno 500 elettori; con ogni probabilità, in caso di successo dovrà nominare un proprio rappresentante legale nel Parlamento australiano che eserciterebbe una vera e propria supplenza.

Bisognerà vedere se ciò gli verrà consentito dalle norme vigenti in quella che in definitiva è una monarchia costituzionale federale, che da tempo lo attende al varco per associarlo alle reali galere e poi estradarlo.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 03/04/2013