Mai più ritardi nei pagamenti: "tempi blindati" per le Pubbliche Amministrazioni

Fonte: IBTimes.com

Sotto la lente di ingrandimento, questa volta, è il malcostume mostrato sino ad ora dalle Pubbliche Amministrazioni nei confronti dei fornitori da pagare.Quei centottanta giorni di attesa per i pagamenti, in media, sono un precedente molto pericoloso. Il decreto italiano che ha recepito la direttiva europea sembra, invece, lasciare spazio a facili raggiri della normativa. Ecco allora da dove nascono quelle due missive, (una a dicembre, l'altra a metà marzo), recapitate in Italia che chiedevano 'chiarimenti' a tal proposito. La risposta di Corrado Passera non si è fatta attendere ma prima vediamo come è ora regolata la vicenda in Italia.

Al centro della questione c'è il decreto legislativo 192 del 2012 che recepisce la direttiva europea. Da gennaio, in Italia, vige l'obbligo per le PA di pagare i fornitori entro e non oltre i 30 giorni: tempi 'stretti' se paragonati al passato ed il timore europeo nasce proprio dai possibili escamotage trovabili per dilazionare tali pagamenti. Un primo, plausibile, è legato a quella facoltà diallungare i tempi fino a 60 giorni in caso di "circostanze esistenti al momento" della stipula del contratto di fornitura. Tajani critica esplicitamente questo passaggio del testo: "pericolosa" l'aggiunta di tale espressione che potrebbe facilmente portare ad un abuso da parte delle PA.

La risposta italiana, però, non si è fatta di certo attendere: il ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, ha difeso a spada tratta tutto il decreto legislativo in una recente lettera. Non si corre nessun rischio che le PA riescano ad aggirare l'obbligo imposto, l'Italia non ha intenzione di "sottrarsi"a quanto imposto dalla direttiva. La "preoccupazione" europea non è necessaria. Nello specifico di quel passaggio criticato del decreto legislativo, Passera ha spiegato:"La locuzione contestata ha funzione limitativa della facoltà di deroga". Si è cercato, infatti, di "escludere che possano incidere sul termine, sia pure con il consenso delle due parti contrattuali, vicende successive alla stipula del contratto".

Le norme, dunque, ci sono e sarebbero anche ben congegnate per evitare qualsivoglia 'scappatoia normativa'. Le PA sono state avvisate, le dilazioni ad oltranza appartengono al passato. L'ultimo 'incentivo' a pagare per tempo, qualora la 'persuasione morale' non fosse bastata, è presto dato: scaduto il tempo pattuito scatteranno, automaticamente, degli interessi da pagare - questi in maniera puntuale - nella misura di otto punti percentuali oltre il tasso fisso della Bce.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/03/2013