Consiglio comunale, i cittadini dicono basta ai campi nomadi
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Petizione contro nuovo campo Rom in Circoscrizione VI. Presidente Tagliabò:”rivogliamo le legalità”

Si è svolta, presso la Sala Capigruppo del Palazzo civico, la presentazione della deliberazione d’iniziativa popolare che mira a escludere la realizzazione di nuovi campi nomadi. Tale richiesta è stata firmata da 2792 cittadini torinesi e, oltre a richiedere che sia esclusa qualsivoglia ipotesi di realizzazione di nuovi campi rom, propone lo sgombero di quelli abusivi già presenti nella Circoscrizione VI.

A presentare l’iniziativa c’erano i primi due firmatari della petizione: Fulvio Tagliabò (Presidente del Tavolo sociale di Barca-Bertolla) e Francesco Vercillo . I due hanno ben spiegato quali siano i loro obiettivi e si sono soffermati su alcuni aspetti, per far meglio conoscere la situazione alla platea.

“Il campo nomadi di Lungo Stura Lazio è la più grande favela a cielo aperto di Torino”,

ha dichiarato Tagliabò.

Inoltre, hanno ben riportato tutti i disagi sociali che, i cittadini che abitano vicino al campo di Lungo Stura, devono sopportare; di quanto le condizioni di vita nel campo siano lontane dalla civiltà e di come queste possano creare problemi agli abitanti di quella zona:

“Durante l’inverno bruciano materiali per riscaldarsi, ma senza pensare a tutti coloro che, abitando vicino, debbono inalare i loro fumi- ha raccontato Tagliabò – bisogna inoltre considerare i problemi relativi alla mancanza di sicurezza, dovuta ai furti avvenuti in quelle aree”.

Le proposte fatte dai due portavoce comprendono: attuare il progressivo sgombero dei campi abusivi, intervenire con l’allontanamento di coloro che non rispettino le regole e legalità, ricollocare piccoli nuclei famigliari presso città delle diverse provincie piemontesi che si rendano disponibili all’accoglienza. Su questi tre punti si è soffermato molto il discorso dei due firmatari:

”Dobbiamo aiutare chi cerca di uscire da questo stile di vita, secondo criteri meritocratici- ha spiegato Tagliabò - vogliamo creare il’Modello Torino’ per risolvere il problema dei campi Rom”.

Francesco Vercillo (secondo firmatario) è stato, invece, più duro:

”Ci vuole dapprima un presidio costante da parte delle forze dell’ordine, e successivamente lo smantellamento del campo. Non si è intervenuti in questi anni poiché faceva comodo avere il problema concentrato in un solo punto, ma ora noi cittadini siamo stanchi di questa situazione”.

Fra le idee espresse dai due oratori, una riguardava la possibilità di destinare degli stabili da restaurare, presenti sul territorio, a coloro che vivono in questi campi nomadi.

La situazione e le richieste sono chiare. I cittadini vogliono controlli quotidiani per evitare la costruzione di nuove baracche, così da evitarne l’espansione, in attesa che vi sia la possibilità di ricollocare i campi in nuovi e regolari spazi diffusi per il territorio.

Bisogna registrare che alcuni presenti all’incontro si sono detti delusi per la poca determinazione, la troppa pacatezza e l’eccessivo timore dimostrato dai due firmatari, non sarebbe stato rappresentato il reale stato d’animo dei cittadini che sono costretti a convivere con questo disagio sociale.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 27/03/2013