Treni a "Bassa Velocità"

Viaggio avventuroso nella piccola percorrenza

Domenica 24 marzo 2013, e segnalo l'anno per non essere contestato o addirittura smentito, ho vissuto un'avventura "ai confini delle realtà" come recitava l'allegato conclusivo ai romanzi di Urania.

Dovendo raggiungere Bossoleno, dove ero atteso per un servizio di lavoro e dove avrei trovato il passaggio per il ritorno a Torino, optavo per la soluzione treno confidando nel servizio, ben illustrato, sul sito internet di Trenitalia, e raggiungevo la Stazione di Porta Nuova.

Sul tabellone luminoso delle partenze leggevo con preoccupazione che il treno scelto (ore 14,45) nell'orario chi mi consentuiva la puntualità di lavoro non raggiungeva Bussoleno bensì la stazione di Sant'Antonino V., dicitura per me nuova, che contrastava con ciò che riportava il tabellone partenze affisso nelle bacheche e tuttora presente.

Raggiungevo il binario 19 dove era già presente il convoglio predestinato al "viaggio" e chiedevo educatamente spiegazioni in proposito al personale di servizio dal quale ricevevo risposte evasive e prive del più elementare requisito: l'educazione.

Al che, manifestando il mio disappunto, mi recavo all'ufficio informazioni dove un funzionario educatissimo, dopo aver saputo che stavo per rivolgermi direttamente all'Assessore regionale ai Trasporti Barbara Bonino che conosco da tempo, "imbracciava" il telefono raggiungendo la "stanza dei bottoni" da cui attingeva la notizia che quel treno subiva un fermo tecnico nel luogo indicato e che per proseguire verso Bussoleno e Susa ci sarebbe stata una coincidenza con autobus in piazzale stazione (?!?).

Rincuorato dalla rassicurante affermazione, raggiungevo il treno incrociando per via lo sguardo dei precedenti "interlocutori" senza peraltro provare particolari emozioni.

Il viaggio iniziava e regolarmente approdava alla meta nel perfetto rispetto dell'orario previsto.

Ma qui comincia l'avventura; nessun autobus era in stazione e nessuno, nella medesima, sapeva indicare a me e alla ventina di malcapitati passeggeri se occorreva attendere oppure rassegnarsi all'evolversi di una situazione per lo meno grottesca.

Per concludere, Bussoleno veniva raggiunta con il convoglio partito un'ora dopo da Torino e che regolarmenta aveva il pass per proseguire.

Segnalo inoltre che durante l'attesa sotto la pioggia transitava senza rallentamenti un treno merci direzione Francia e il TGV direzione Italia.

Ore mi domando, glissando sul rapporto interpersonale e sul quoziente educazione che occorre adottare nei confronti dei passeggeri, perchè non c'è stata un'informazione corretta o per lo meno le scuse ai viaggiatori per un "improvviso contrattempo"?

Ognuno ha i suoi impegni e deve rispettare determinati orari confidando negli orari degli altri, peraltro scritti e non verbali.

Per non parlare di anziani e disabili che avrebbero subito una situazione semplicemente deplorevole.

Allora mi viene da pensare che si pensa, scusate il bisticcio voluto di parole, troppo all'Alta Velocità trascurando le esigenze ed i diritti della gente comune che usa il treno in quanto "mezzo sicuro, veloce, puntuale e meno inquinante" oppure per convenienza economica, quella stessa che, ahi noi, non ha un riscontro positivo nel servizio che dispensa ai viaggiatori.

Concludo rivolgendomi all'Assessorato dei trasporti affinchè sappia ciò che a volte viene taciuto e provveda in maniera che non si verifichi ancora.

E chiudo affermando che non faccio uso peronale del giornale che dirigo bensì manifesto il disappunto degli altri passeggeri che, come il sottoscritto, si sono sentiti presi in giro da una efficientissima disinformazione.

                                                                                                                                                                                          Massimo Calleri 

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Articolo pubblicato il 25/03/2013