Un viaggio virtuale nella città sognata da Vittorio Amedeo II
Un viaggio virtuale nella città sognata da Vittorio Amedeo II, Juvarra, Castellamonte, Benedetto Alfieri. È la Torino di fine ‘700 ricostruita con precisione a livello architettonico e urbanistico dalla mostra “Il re e l’architetto. Viaggio in una città perduta e ritrovata”, allestita all’Archivio di Stato fino al 30 aprile.
Il ricco catalogo dell’esposizione, realizzato con il sostegno del Consiglio regionale, è stato presentato a Palazzo Lascaris il 20 marzo.
Attraverso disegni preparatori, progetti originali e ricostruzioni in 3D si definisce la fisionomia della capitale sabauda fra imponenti edifici pubblici e pregiati palazzi privati.
“Il significato di questa iniziativa è il riconoscimento che, dal felice connubio tra la volontà di un sovrano riformatore come Vittorio Amedeo II e quella di un originale architetto come Filippo Juvarra, si sono realizzati edifici che hanno contribuito a fare di Torino una vera capitale”
ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Comba.
L’incontro, introdotto da Maria Barbara Bertini, direttore dell’Archivio di Stato di Torino, è stato presentato da Evelina Christillin, presidente del Teatro stabile di Torino e presidente del Museo egizio e da Claudio Rosso, storico e docente universitario.
"Fin dall'epoca della costituzione delle Regioni nacque l'idea di dare un museo alla città di Torino e questa mostra ne rappresenta un incipit. La speranza è che anche con l'aiuto della Regione si possa proseguire il progetto, mettendo insieme i simboli dell'architettura che sono anche i simboli della storia del Piemonte",
ha commentato l'architetto Gianfranco Gritella, co-curatore del volume.
Sono poi intervenuti gli altri curatori della pubblicazione: Marco Carassi, Carlo Olmo e Riccardo Lorenzino.
Fra i documenti più interessanti contenuti nel testo spiccano antiche cartografie, rilievi urbani e ricostruzioni grafiche che aiutano a immaginare la Torino che fu.
Fra le principali architetture evocate c’è la casa-studio di Filippo Juvarra, demolita in periodo fascista, ma anche i palazzi del potere comunale, statale e religioso, il caratteristico ponte sul Po, effigiato nella tela di Bellotto, e infine le residenze extraurbane di Stupinigi, Venaria e Rivoli.
La mostra è visitabile, a ingresso libero, da martedì a venerdì ore 10 alle 18, sabato e domenica dalle 15 alle 19.
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 21/03/2013