Assinform: L’economia digitale traina il PIL nel mondo. Italia esclusa

Per l’IT è ancora segno meno. Il Global Digital Market cresce: è boom di smartphone, tablet, Smart tv, e-reader, e-book e musica digitale

Fonte: ITEspresso.it

Non c’è tregua nel mercato IT: sembra senza freni la caduta dell’IT tradizionale, che pesa per oltre il 50% del mercato e archivia il 2012 con unapesante flessione del 4,0%. Anche le TLC calano del 3,5%. L’economia digitale traina il PIL nel mondo, diventando leva della crescita con +5.2% a livello globale. Italia esclusa, dove invece si registra un declino dell’1.8%.Secondo Assindorm, è invece in controtendenza il Global Digital Market che mette a segno una crescita sia nei segmenti legati al web e al mobile sia come infrastrutture: i tablet registrano un incremento a doppia cifra, in crescita del 69,1%, gli smartphone balzano del 38,9%, le Smart Tv s’impennano del31,9%, Internet delle cose cresce del 18%; anche nel mercato dei libri digitali, gli eReader segnano un progresso del 16,5%, e i contenuti avanzano del 7,2% con il boom degli e-book (+84,6%), della musica (+29%), dell‘editoria online (+13,4%), software e applicativi (+2,4%).

Ma non è tutt’oro quel che luccica neanche nei mercati digitali. Assinform gela le aspettative per il 2013. Se lo scenario macroeconomico non muta, il Global Digital Market (GDM) calerà del -3,6% e l‘IT arretra del – 5,8%.  “Internet, il mobile, l’economia dei social network stanno velocemente trasformando il mondo, spingendo gli investimenti ad aprire nuovi orizzonti tecnologici e applicativi, generando nuove opportunità di crescita per quei paesi, quei settori economici, quelle imprese che accettano la sfida del cambiamento attraverso l’innovazione digitale.Anche in Italia la pressione dell’evoluzione tecnologica sta producendo effetti positivi sui segmenti più legati al web e al mobile. Sviluppo dei contenuti digitali e della pubblicità on line, del segmento software e nuove soluzioni ICT, della musica e dell’editoria online, il boom di smartphone, eReader e tablet e dei servizi innovativi a essi associati, dimostrano che questi segmenti non solo non risentono della crisi, ma sono già dentro l’economia italiana, crescendo mediamente del 7,5% e contribuendo a significative trasformazioni nei modelli di consumo e di business. Ma ciò sta avvenendo in un contesto nazionale ancora poco sensibile all’innovazione, in cui per un’impresa ogni nuovo investimento rappresenta un vero e proprio azzardo, così che le best practice rimangono fenomeni isolati e non acquisiscono la dimensione necessaria a incidere sui trend negativi e a compensare la crisi dell’IT tradizionale.Da qui le ragioni del ritardo con cui si va affermando l’economia digitale in Italia rispetto al resto del mondo e il continuo calo di fatturato del settore IT che, per il quinto anno consecutivo, chiude i conti in rosso con - 4% di calo di fatturato, spinto verso il basso dalla crisi delle componenti tradizionali, che rappresentano ancora la quota preponderante del mercato”- è quanto affermato oggi da Paolo Angelucci,presidente dell’Associazione nazionale delle imprese IT, nel presentare a Milano le anticipazione del Rapporto Assinform 2013, coadiuvato da Giancarlo Capitani e Annamaria Di Ruscio, rispettivamente ad e dg di NetConsulting.

Come si potrebbe invertire la rotta? È urgente un cambiamento strutturale del quadro di riferimento: a partire dall’Agenda Digitale, dai ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione (PA, calcolati in 70 miliardi di euro),finanziamenti alle impresecredito d’imposta, incentivi innovazione. IlGDM inizia inversione a -1,5%: “Se, al contrario, si darà avvio a un vero cambiamento del quadro di riferimento, introducendo elementi di correzione degli assetti attuali , fra i quali una forte accelerazione per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale, portando il suo braccio operativo, l’Agenzia per l’Italia Digitale sotto la massima responsabilità politica, ovvero Palazzo Chigi; rendere il credito di imposta per la ricerca e l’innovazione una misura strutturale; dare una rapida ed equa soluzione al grave problema dei debiti della PA verso le imprese, aprire linee di finanziamento alle aziende che investono in innovazione, allora si potrà iniziare a vedere una luce in fondo al tunnel della crisi e l’inizio di un’inversione di tendenza del GDM, che stimiamo potrà attestarsi a -1,5%”  ha sottolineato Angelucci.

Dall’indagine emerge che, a fronte di un’economia reale che a livello mondiale nel 2012 ha registrato un incremento del 3,2% rispetto all’anno precedente, l’economia digitale, che Assinform definisce Global Digital Market, è corsa al ritmo di +5,2%, fino a sfiorare il 6% del PIL mondiale. InEuropa il tasso medio di crescita del GDM si è attestato a +0,6%, ma l’economia digitale pesa per il 6,8% del PIL europeo. Nello stesso periodo, inItalia l’economia reale è scesa del -2,4%, mentre il Global Digital Market, che rappresenta il 4,9% del PIL nazionale con un valore di 68.141 milioni di euro, ha subìto una flessione del -1,8%. Tale tendenza è in linea con l’anno precedente (-2,1%nel 2011/10), mette in evidenza la crisi dei servizi ICTtradizionali (-4,7%), che rappresentano in valore oltre la metà del mercato, a cui è contrapposta la crescita dei contenuti e pubblicità digitale (+7,2%) e del software e soluzioni ICT (+2,4%).

Angelucci tuona contro la miopiail digital divide fra chi intraprende la strada dell’innovazione e chi, suo malgrado perché costretto dalla crisi, (..) sceglie di non scegliere, di resistere, siano essi imprese, pubbliche amministrazioni o anche famiglie e cittadini che sottovalutano i vantaggi del web. L’Italia ormai è a un bivio perché, considerata l’accelerazione del cambiamento in atto, resistere vuol dire arretrare e mettere un freno all’economia: “Al contrario, nel clima di grande incertezza in cui viviamo, l’unica certezza è che la scelta di colmare il gap d’innovazione che ci separa dalle principali economie rappresenta la vera opportunità per aprire un nuovo percorso di sviluppo” afferma Angelucci, che conclude con un’esortazione alla nuova legislatura per fare dell’Italia un Paese Internet-friendly e aperto all’IT, creando un ecosistema favorevole all’innovazione: “Dal nuovo Parlamento e dal nuovo Governo ci aspettiamo piena consapevolezza sul fatto che intraprendere questa scelta significa impegnare il Paese in uno sforzo corale, che va sostenuto sulla base di quadro di riferimento istituzionale e normativo organico e favorevole all’innovazione. Occorre creare lecondizioni affinché per le imprese e le Pubbliche Amministrazioni sia possibile valorizzare tutte le novità e sfruttare le enormi potenzialità che le nuove tecnologie offrono, riorganizzare e razionalizzare i processi, innovare prodotti e servizi, dotarsi di nuove competenze, creare nuova occupazione.

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Articolo pubblicato il 19/03/2013