Regione - Commissione Sanità: audizioni di rappresentanti petizioni popolari
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Tre audizioni in IV Commissione di delegazioni rappresentanti

La IV Commissione, presidente Carla Spagnuolo, ha svolto il 14 marzo tre audizioni di delegazioni rappresentanti altrettante petizioni popolari su istanze proveniente da vari territori della regione.

 

La prima audizione è stata con la delegazione che rappresentava le 35 mila e 560 firme depositate contro la chiusura del laboratorio di emodinamica dell’ospedale San Luigi di Orbassano (To).

 

Giovanni Carini, primo firmatario della petizione e responsabile del laboratorio di emodinamica, ha illustrato le eccellenze della struttura di Orbassano che, dal punto di vista dei parametri tecnico-scientifici, logistici, organizzativi, strutturali e di posizionamento geografico, appare una struttura di elevata qualità ben all’interno di tutti i parametri del Piano sanitario vigente e delle linee guida internazionali.

 

È stato rimarcato come le distanze e i tempi di intervento siano basilari per la salvezza e la guarigione delle persone colpite da infarto e patologie simili che sono la stessa ragion d’essere dei laboratori di emodinamica. Aumentare le tempistiche e le percorrenze spostando tutto a Rivoli (To), con i rischi oggettivi connessi, senza provare a trovare altre forme di risparmio (la delegazione ha affermato di avere in preparazione una proposta organica in tal senso) è considerato irrazionale da parte della delegazione di Orbassano.

 

Per la delegazione proveniente da Susa (To), in rappresentanza di 10396 firme, ha illustrato le richieste Monica Montabone in sostituzione della prima firmataria assente (Nicoletta Dosio). La petizione si prefigge di evitare la chiusura del reparto di Ostetricia dell’ospedale di Susa destinata comunque condividere il primario con l’ospedale di Rivoli, circostanza che comporta anche una forte attrazione delle prestazioni verso Rivoli, anche per le voci di chiusura del reparto segusino che portano la potenziale utenza a cercare assistenza altrove. Una situazione che potrebbe portare ad asfissiare lentamente la struttura di Susa ritenuta, invece dalla delegazione, esemplare dal punto di vista dell’umanizzazione e della riduzione del rischio.

 

Graziella Marchesi è la prima firmataria della petizione lanciata dal Movimento ossolano a tutela dell’ospedale S. Biagio. In particolare si tratta della difesa del punto nascita di Domodossola che, se soppresso, richiederebbe alle future mamme della zona spostamenti anche superiori ai cento chilometri, in gran parte effettuati in territorio montano, per raggiungere Verbania. Nella zona interessata vi sono circa mille e 400 parti l’anno che potrebbero giustificare la sopravvivenza del punto nascita insieme alle altre strutture della zona. La delegazione ha indicato quanto fatto per l’ospedale di Borgosesia (Vc) come esempio di cosa si potrebbe fare a Domodossola.

 

Per l’Esecutivo di piazza Castello ha partecipato all’audizione il direttore regionale della Sanità Sergio Morgagni.

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Articolo pubblicato il 14/03/2013