Pietro Giannone: uno straordinario intellettuale del XVIII secolo
Palazzo Lascaris

Attirato con l’inganno nel territorio sabaudo fu arrestato nella Pasqua del 1736

 
“Perseguitato sia da vivo e sia da morto in un ultimo scontro tra cultura neoguelfa e neoghibellina. È stato trattato come il nemico pubblico numero uno a causa de ‘Istoria civile’ un’opera scritta con lo scopo principale di difendere i diritti e le prerogative dello Stato contro la Curia romana”.
 

In questo modo si è espresso Giuseppe Ricuperati, nella Sala dei Presidenti di Palazzo Lascaris, nel corso dell’incontro su “Le opere dal carcere di Pietro Giannone: un progetto europeo”, organizzato dall’Associazione degli ex consiglieri della Regione Piemonte.

Professore emerito della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, Ricuperati è, probabilmente, il maggiore esperto nella storiografia del geniale filosofo, storico e giurista ischitellano, che venne rivalutato a partire da Benedetto Croce e Giovanni Gentile.

Franzo Grande Stevens, presidente della Fondazione San Paolo e principe del foro, ha introdotto l’incontro illustrando la straordinaria ed avventurosa vita di Giannone che lo fece riparare prima a Vienna e Venezia e poi a Ginevra, dove sempre riuscì ad affermarsi per le sue eccellenti doti di intellettuale che ne fecero, tra l’altro, un avvocato di non comune talento.

Esponente di spicco dell’illuminismo italiano riscoprì, tra gli altri, l’insegnamento evangelico delle origini, fatto che acuì il contrasto con gli ambienti fedeli al papato. Così fu attirato con l’inganno nel territorio sabaudo ed arrestato nella Pasqua del 1736.

Giannone trascorse il resto della sua vita nelle carceri sabaude, morendo nella Cittadella di Torino il 17 marzo 1748.

Sono anche intervenuti Frédéric Ieva, redattore responsabile della Rivista storica italiana, Chiara Peyrani che, con l’occasione, ha presentato i volumi: “Istoria del Pontificato di Gregorio Magno” e “Apologia de’ teologi scolastici”, elaborati con Liliana Cecchetto, a cura della Fondazione Luigi Einaudi, ed. Aragno.




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Articolo pubblicato il 06/03/2013