Staminali del cordone ombelicale: quali le differenze tra donazione e conservazione?

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente

Staminali e trattamento terapeutico: la scienza sta facendo grandi passi avanti in questo campo e sono sempre più numerosi gli studi che riportano gli esiti positivi derivati dall’utilizzo di tali cellule in campo medico. Ecco perché al momento della nascita di un bimbo è importante che i neogenitori optino per la conservazione o per la donazione del cordone ombelicale del piccolo in arrivo affinché le staminali cordonali non vadano perdute, come purtroppo ancora troppo frequentemente accade.

 

Ma quali sono le differenze tra le due modalità di preservazione appena nominate? Entriamo nel dettaglio. Nel caso si scelga di donare le staminali cordonali al sistema sanitario nazionale, queste verranno preservate in una struttura pubblica su suolo italiano. I genitori perderanno la proprietà del campione che sarà utilizzato, in caso di compatibilità, per trapianti allogenici effettuati nella quasi totalità dei casi su soggetti esterni alla famiglia del donatore. Solo in una eventualità, come stabilito dal Ministero della Salute1, le staminali donate potranno essere conservate per trattamenti autologhi (cioè sul donatore stesso). Questo accade quando vi sia il rischio di patologie “geneticamente determinate” nel bimbo da cui le cellule sono prelevate. Purtroppo, per il momento, il servizio di donazione non è garantito: nel 2011 infatti, delle 22166 unità di sangue prelevate, ne sono state conservate solo 31422.

 

Nell’altra strada possibile, quella della conservazione, invece, il campione verrà spedito all’estero – come previsto da un decreto ministeriale che non consente la conservazione privata di staminali cordonali su suolo nazionale -  custodito appunto in una biobanca privata e rimarrà di proprietà della famiglia che potrà farne uso non appena ne sopraggiunga la necessità. In questo modo, le staminali cordonali possono essere utilizzate sia per trapianti autologhi (cioè sul donatore stesso) ma possono anche giungere in soccorso dei suoi familiari più prossimi: il livello di compatibilità con i genitori arriva infatti al 50%, con i fratelli e le sorelle fino al 25%. Infine, è importante sottolineare che le biobanche private non offrono in alcun modo un servizio inferiore alla strutture pubbliche: molte biobanche estere infatti hanno ricevuto la certificazione GMP (Good Manufactoring Practice), il più importante riconoscimento per i prodotti desinati a uso clinico.

 

Ecco dunque tutti gli elementi utili alle mamme e ai papà in attesa per indirizzarsi verso una scelta il più possibile consapevole, senza dimenticare che, in ogni caso, entrambe le vie sono meritevoli perché hanno come fine ultimo quello di combattere lo spreco di un bene così importante, ancora troppo sottovalutato forse per mancanza di informazione e conoscenza.

 

Per maggiori informazioni: www.sorgente.com

 

Note:

1.      Decreto Ministeriale 18 novembre 2009 “Disposizioni in materia di conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale per uso autologo-dedicato”.

2.      Report 2011 riportato dal CNS.

 

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Articolo pubblicato il 06/03/2013