Il Garante Privacy italiano punta il dito contro WhatsApp

L’Authority poer la tutela della privacy ha chiesto a Whatsupp di offrire chiarimenti tecnici in merito ai dati raccolti e al loro trattamento

Fonte: ITEspresso.it

Il Garante Privacy italiano ha chiesto delucidazioni al team di WhatsApp, applicazione molto popolare su smartphone e tablet, per ricevere chiarimenti tecnici in merito ai dati raccolti e al loro trattamento. Il Garante Privacy italiano punta il dito contro WhatsApp. Da tempo è stato riportato che WhatsApp, la nota applicazione di instant messaging diffusa sia tra gli utenti iOS che tra quelli Android, sembra che agisca in violazione delle leggi sulla tutela della privacy, visto che costringe gli utenti a farla accedere all’intera rubrica del telefono.

Secondo l’agenzia di stampa Reuters, sia l’Office of the Privacy Commissioner canadese che l’Autorità garante della Protezione dei Dati olandesehanno diffuso report che spiegano come l’app violi le leggi sulla privacy. Jacob Kohnstamm, presidente dell’autorità garante olandese ha spiegato: “Questa mancanza di scelta contravviene (in Canada e Olanda) alle leggi sulla privacy. Sia gli utenti che i non utenti devono avere il controllo dei loro dati personali e gli utenti devono poter decidere liberamenteo quali contatti e quali dettagli dei conttti vogliono condividere con WhatsApp”.

Adesso il Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto chiarimenti al team di WhatsApp. L’Authority privacy italiana vuole essere consapevole dell‘entità dei dati raccolti e del loro uso. Ma la vera domanda da porsi adesso, è: che succede, invece, con le altre applicazioni del genere? Viber per esempio.

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Articolo pubblicato il 28/02/2013